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Coronavirus, Sicilia sempre più rossa: l’Isola sull’orlo di un nuovo lockdown totale

Di Redazione |

PALERMO – La Sicilia vede «rosso». La situazione dell’emergenza Covid nell’isola, dove ieri il numero dei nuovi casi ha superato per la prima volta negli ultimi mesi quota 1.500, suscita preoccupazione. Ieri l’emergenza è anche approda taall’Assemblea regionale siciliana con due distinte audizioni che si sono svolte davanti alle commissioni Sanità e Antimafia. Dirigenti e commissari della sanità hanno risposto alle domande dei parlamentari sulle criticità emerse nelle ultime settimane e sull’andamento dei contagi fotografando una situazione non certo rassicurante, con aumento esponenziale dei contagi, ospedali al collasso e poche vaccinazioni per mancanza di sieri.

Il bollettino del Ministero che ieri ha segnalato altri 1.542 nuovi positivi nell’isola su 29.503 tamponi processati, evidenzia in Sicilia una incidenza del 5,2%, decisamente più alta della media nazionale al 4,8%. L’andamento negativo dell’epidemia in Sicilia è confermato anche dal numero delle ultime vittime (33) e dall’aumento dei ricoveri ospedalieri: 1.415 nei reparti ordinari, 25 in più rispetto a ieri, e 189 nelle terapie intensive (+ 9). Un dato in controtendenza rispetto al trend nazionale dove invece la pressione sugli ospedali sta diminuendo.

La Regione si conferma poi ancora al terzo posto dopo Campania e Lombardia per numero di contagi giornalieri e sembra ormai marciare spedita verso la zona rossa che peraltro è già stata decretata in numerosi Comuni siciliani e in tutta la provincia di Palermo. Nelle ultime 24 ore sono stati sei i Comuni che sono diventati zona rossa e 4 proprio ieri a tarda sera.

In tutto sono oltre 100 i comuni siciliani “blindati” da ordinanze del presidente della Regione, Nello Musumeci. Agli 82 della provincia di Palermo, capoluogo compreso, vanno aggiunti  Canicattì, Favara, Porto Empedocle, San Cataldo, Ribera, Palma di Montechiaro, Cattolica Eraclea, Santa Margherita Belice, Montallegro, Alessandria della Rocca, Lampedusa e Linosa in provincia di Agrigento; Caltanissetta, Niscemi, San Cataldo, Mazzarino, Mussomeli, Sommatino, Acquaviva Platani nel Nisseno; Pietraperzia, Centuripe, Catenanuova, Cerami, Regalbuto, Calascibetta nell’Ennese; Barcellona Pozzo di Gotto, Francavilla di Sicilia, Mojo Alcantara, Gaggi in provincia di Messina; Scicli, Acate, Santa Croce Camerina nel Ragusano, Rosolini e Solarino nel Sircusano; Biancavilla, Ramacca, Sant’Alfio e Zafferana Etnea in provincia di Catania; e Marsala nel Trapanese.

Insomma, l’Isola è ancora arancione ma con tanti punti rossi. Non è detto però che questa situazione faccia scattare automaticamente la zona rossa. Bisognerà attendere il nuovo monitoraggio dell’Istituto superiore di Sanità e del Ministero della Salute, previsto per domani con l’assegnazione dei «colori» per le regioni, monitoraggio che si basa però sui numeri della settimana precedente e che quindi potrebbe alla fine dei giochi lasciare la Sicilia in zona arancione.

Ad oggi la situazione più preoccupante resta quella di Palermo: l’ospedale Cervello e quello di Partinico, che accolgono i pazienti Covid, sono ormai pieni; una situazione analoga si registra anche a Termini Imerese. Alcuni pazienti in attesa ieri sono stati dirottati all’ospedale di Petralia Sottana dove possono essere accolti malati a bassa intensità di cura.

Davanti alle commissioni dell’Ars il direttore della Pianificazione strategica dell’assessorato alla Salute Mario La Rocca ieri ha negato qualunque ritardo nella adozione di provvedimenti restrittivi. Parole le sue che tuttavia non hanno convinto l’opposizione. In particolare i parlamentari del M5s hanno lamentato l’assenza del presidente della Regione Musumeci che ha assunto l’interim della Sanità dopo le dimissioni dell’assessore Razza legate all’inchiesta della magistratura sui falsi dati che sarebbero stati comunicati al Ministero.

Musumeci per ora tace, anche se era stato lui stesso a non escludere qualche giorno fa la zona rossa per tutta l’Isola, forse l’unica via per sperare in una estate diversa e più libera. La strategia potrebbe quella di chiudere tutto per altre due-tre settimane e contestualmente forzare sui vaccini, un po’ come fatto nel Regno Unito, per poi allentare gradualmente le restrizioni per una riapertura il più generalizzata possibile in vista della stagione estiva.

E va in questa direzione anche l’operazione “open day”  che su volere di Musumeci partirà domani negli hub vaccinali dell’Isola dove i siciliano di età compresa fra i 60 e i 79 anni, non fragili potranno ricevere il siero AstraZeneca, il vaccino del quale al momento c’è il maggior numero di dosi disponibili. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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