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Covid, il caso Catania: prima in Italia per contagi, ultima per vaccini

Di Giuseppe Bonaccorsi |

CATANIA – Medaglia d’oro alla città dell’Elefante. Catania prima in assoluto. Ieri la città dell’Etna ha inanellato anche l’ultimo primato negativo, quella di città italiana col più alto numero di nuovi contagi giornalieri e il più basso numero di vaccinazioni in Sicilia per numero di abitanti. 

Davanti a questi numeri che martedì vedevano la città dell’Elefante primeggiare con 139 nuovi positivi giornalieri a fronte dei 20 di Palermo (ieri ne sono stati registrati in tutto 162) il commissario Covid, Pino Liberti getta acqua sul fuoco e si limita a dire che la situazione è sotto controllo: «Non ci sono segnali preoccupanti e la curva dei nuovi casi è in linea con le previsioni. Inoltre – ha aggiunto – il numero di contagi è da mettere in correlazione col numero di tamponi. Noi appena qualche giorno fa abbiamo aperto un drive in permanente ad Acireale. La situazione è gestibile e si tratta di dati in sintonia con quelli nazionali».

Poche settimane fa il professore infettivologo Bruno Cacopardo aveva preventivato lo scenario di Catania addebitandolo a una serie di cause concatenate: l’anarchia della gente, il nodo vaccini, affermando che sotto il vulcano si sarebbe faticato un po’ di più per scrollarsi di dosso i contagi. Non aveva sbagliato. Il caso Catania preoccupa le autorità sanitarie, ma i timori non trapelano, come se ci fosse una sordina. Eppure ci sono segnali che qualcosa non va. E oltre al numero di contagi, ci sono  anche il dato delle vaccinazioni giornaliere e quello dei decessi a dare motivo di apprensione.

Le vaccinazioni

Quello che spicca dai numeri e dalle percentuali è il dato delle vaccinazioni giornaliere che vengono effettuate in provincia di Catania. Il 25 maggio in Sicilia sono state inoculate 35.104 dosi di vaccini. Secondo i target, Catania dovrebbe corrispondere col 22% di iniezioni, oltre settemila, ma ogni giorno eccetto alcuni casi non si discosta dalle 6mila-6.500 dosi giornaliere e spesso di queste circa 4mila sono seconde dosi. Ieri, ad esempio, su all’incirca 6.500 sieri solo 2.500 erano prime dosi. Quindi Catania mediamente immunizza con la prima dose soltanto 2mila, 2.500 cittadini ogni 24 ore. Mancano 1.000 vaccinazioni al giorno rispetto al dato regionale e quello che preoccupa di più sono le coperture dei soggetti fragili che ancora non sono stati raggiunti e non solo per un rifiuto dei soggetti soprattutto per Az – che comunque esiste – ma anche per una sorta di esitazione vaccinale, che non è rifiuto, che andrebbe superata col convincimento dei medici sul territorio.

Attualmente, mentre è scattata la campagna per l’immunizzazione dei maturandi, ci sarebbero nella nostra provincia 4mila prenotazioni soprattutto di fragili in attesa di essere chiamati. Ma quello che appare inverosimile è la carenza di sieri per i medici di famiglia. Quando la campagna dei medici di Medicina generale sembra aver ingranato la marcia ecco che si manifestano problemi, come la mancanza di vaccini. La scorsa settimana i medici Asp responsabili della campagna sul territorio hanno dovuto fare i salti mortali per garantire le 3500 dosi prenotate dai camici generici che per la maggior parte dei casi sono andate a soggetti fragili e over 80 ancora da immunizzare.

I decessi ancora costanti

A testimoniare che qualcosa a Catania non quadra a dovere nella campagna è anche il numero dei decessi riscontrato negli ultimi due mesi. Rispetto a gennaio qualcosa è migliorata, ma si scende nei dati troppo lentamente e sono sempre le categorie fragili ad essere falcidiate dal Covid. A gennaio, per numero di morti Catania ha fatto segnare 2 casi tra i soggetti al di sotto dei 40 anni; 5 nella fascia 40-49; 4 tra i 50 e i 59; 39 tra 60-69; 118 tra 80-90 e 51 oltre i 90. Poi pian piano il dato ha cominciato a scendere, ma molto lentamente così da arrivare a 5 mesi dall’avvio della campagna vaccinale a una percentuale di decessi ancora molto significativa. Ad aprile si è avuto un decesso al di sotto dei 40 anni; 2 tra 40-49; 3 tra 50-59; 16 tra 60-69; 24 tra 70-79; 18 oltre gli 80 e 10 oltre i novanta.

Ma è il dato di maggio è destare più allarme. Addirittura nel mese che ancora non si è concluso abbiamo la stessa percentuale di morti di aprile tra i fragili: 2 tra 50-59; 12 tra 60-69; 24 tra 70-79; 16 tra 80-90 e 5 oltre i 90. I numeri non mentono. Si evince perfettamente che la fascia ancora presa di mira dal Covid è sempre quella oltre i 60, con un picco oltre i 70. Proprio quelle fasce che già avrebbero dovuto essere vaccinate da tempo. Allora esiste o no un caso Catania in generale e sulle vaccinazioni? Giudicate voi.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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