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Rapinarono portavalori nel Milanese: arrestati tre pregiudicati gelesi

Redazione La Sicilia

20 Marzo 2019, 09:10

Rapinarono portavalori nel Milanese: arrestati tre pregiudicati gelesi

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MILANO - Tre pregiudicati originari di Gela (Caltanisetta) di 45, 49 e 51 anni sono stati fermati dai carabinieri per la rapina a un portavalori commessa il 25 gennaio scorso a Peschiera Borromeo (Milano). Durante il colpo esplosero un colpo di fucile contro il parabrezza del mezzo blindato e applicarono una finta bomba alla portiera del conducente, riuscendo a portar via 30 mila euro e la pistola di una delle guardie giurate.

Il provvedimento della Procura di Milano è stato eseguito dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della compagnia di San Donato Milanese al termine di un’indagine che ha consentito anche di sequestrare le armi usate per la rapina e di recuperare quella sottratta al vigilantes. Le armi saranno mostrate nel corso della conferenza stampa che si terrà alle 11 al comando provinciale di via della Moscova.

I tre pregiudicati fermati questa mattina sono Giovanni Pollara, 45enne domiciliato a San Donato Milanese (Milano), Rosario Michele D’Angeli, 49enne residente a Mulazzano (Lodi), Orazio Attardi, 51enne residente a Orio Litta (Lodi).

D’angeli è proprietario di una tabaccheria a Melegnano, gli altri due sono ufficialmente disoccupati. I tre sono stati bloccati alle 5 a San Donato Milanese mentre erano a bordo di una vettura con cui stavano raggiungendo il Veneto per partecipare a un altro assalto al mezzo di un istituto di vigilanza. Secondo quanto accertato dai carabinieri, i fermati avevano effettuato sopralluoghi meticolosi per alcune rapine in ville e stavano pianificando di colpire imprenditori del Nord Italia. Nelle intercettazioni è emerso che prevedevano anche di gambizzare le vittime.

Risulta, inoltre, che Attardi e Pollara siano gli autori della rapina commessa lo scorso 4 marzo alla banca «Centro Padana» di Casalpusterlengo (Lodi), dove i banditi col volto coperto portarono via 40mila euro dopo aver minacciato gli impiegati con un taglierino.

Nel corso dell’indagine gli investigatori hanno sequestrato un fucile a canne mozze calibro 12 con 7 cartucce, una pistola semiautomatica 9x21 rubata nel 2013, un’altra pistola calibro 40 con matricola abrasa che si presume sia quella rubata alla guardia giurata nel corso della rapina, e 3 tre taser. A casa di Pollara sono stati inoltre trovati circa 16mila euro nascosti sotto al letto.