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La morte di “faccia da mostro”: sotto sequestro casa e barca

Di Redazione |

CATANZARO – La Procura antimafia di Reggio Calabria ha disposto il sequestro probatorio della casa, della barca e del telefono cellulare di Giovanni Aiello, l’ex poliziotto della Mobile di Palermo conosciuto come «Faccia da mostro», deceduto ieri mattina sulla spiaggia di Montauro.

Il provvedimento è stato disposto dal procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo titolare dell’inchiesta «’Ndrangheta stragista» che vedeva coinvolto lo stesso Aiello già sottoposto a perquisizione lo scorso 24 luglio. Si tratta di un sequestro probatorio in attesa degli esiti dell’autopsia disposta dalla Procura di Catanzaro. Gli accertamenti degli uomini della Squadra mobile sono proseguiti fino a tarda notte. Gli investigatori hanno raccolto anche la testimonianza della moglie di Aiello.

Nell’attesa che venga effettuato l’esame autoptico, il corpo di Aiello si trova nel policlinico universitario di Catanzaro. 

I pentiti lo chiamavano «Faccia da mostro», per quel volto sfigurato da una fucilata. Per anni – secondo i collaboratori di giustizia – si sarebbe aggirato come un’ombra nella Palermo delle stragi e degli omicidi eccellenti: dal fallito attentato dell’Addaura, alla strage di via D’Amelio, fino all’omicidio del poliziotto Nino Agostino e di sua moglie Ida incinta di 5 mesi. L’ex poliziotto, che sarebbe stato al centro di una ragnatela di mafia e apparati deviati dello Stato, ha sempre negato ogni coinvolgimento. Indagato da diverse procure e considerato personaggio chiave di tanti misteri siciliani anche se non è mai arrivato a processo, era attualmente un ex poliziotto in pensione, in congedo dal 1977. A luglio scorso Giovanni Aiello è stato indagato anche dalla Procura di Reggio Calabria che ha coordinato l’inchiesta sui mandanti degli attentati ai danni dei carabinieri compiuti nel 1994 a Reggio Calabria, svelando la presunta complicità nella strategia terroristico-mafiosa di Cosa nostra e ‘ndrangheta.

Aiello, che è entrato nelle indagini della Dda di Palermo più volte, ultima quella sull’omicidio mai risolto dell’agente Nino Agostino e della moglie Ida Castelluccio, nell’inchiesta reggina risponde di induzione a rendere dichiarazioni false all’autorità giudiziaria. Lo scorso anno, in un confronto all’americana, il padre del poliziotto Nino Agostino lo riconobbe come colui che era andato a cercare il figlio pochi giorni prima dell’agguato.

Per gli avvocati Eugenio Battaglia e Ugo Custo, difensori dell’ex poliziotto, «Giovanni Aiello è morto da innocente, la sua famiglia, dopo anni di sofferenze, non merita ulteriori atti di sciacallaggio». Ma il deputato Pd Davide Mattiello, invita a disporne l’autopsia e il sequestro dei beni. «Aiello morendo – dice il deputato – porta nella tomba tante domande che riguardano i tragici fatti della stagione stragista mafiosa e non soltanto».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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