5 dicembre 2025 - Aggiornato alle 20:05
×

Trecastagni, la mafia e “Capitan Ventosa”: ecco perché il Comune è stato sciolto

Giuseppe Bonaccorsi

30 Maggio 2018, 13:40

Trecastagni, la mafia e “Capitan Ventosa”: ecco perché il Comune è stato sciolto

GN4_DAT_15070899_1618368131315

Trecastagni «...Alla luce di quanto emerso si ritiene che esistano univoci, concreti e rilevanti elementi sull’esistenza di forme di condizionamento tali da determinare un’alterazione del procedimento di formazione di volontà degli organi elettivi ed amministrativi e da compromettere il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione di Trecastagni».

E’ questo uno dei passaggi della relazione conclusiva della commissione Prefettizia, alla base del provvedimento di scioglimento per mafia del Comune etneo. Nella relazione la commissione passa al setaccio numerosi anni di amministrazione del Comune ed evidenzia, in particolare, oltre alla nota vicenda Gorgoni (e l’arresto di due funzionari comunali per la gestione dell’appalto rifiuti) anche altri elementi. «Tra questi - si legge ancora nel documento - assumono significativo rilievo l’esistenza di rapporti tra gli amministratori con soggetti altamente mafiosi; la costante frequentazione di pregiudicati; la carenza di controllo e trasparenza nell’erogazione di benefici economici; la mancata riscossione dei canoni di locazione». Il punto cardine è quello dei rifiuti. «E’ certamente sintomatica della presenza di inquinamento mafioso - si legge - la gestione dei rifiuti da parte degli amministratori e dei funzionari. L’attività svolta dalla commissione ha accertato specifici rapporti tra amministratori e funzionari del Comune e l’amministratore dell’impresa tratto in arresto per associazione mafiosa...

La relazione mette in evidenza come l’interesse personale di taluni amministratori, posti di diritto o di fatto in posizione di supremazia funzionale, ha portato quale conseguenza nefasta all’assoggettamento del Comune ad una forma, talvolta palese, talvolta più sottile di “abilità” rispetto ad interessi riconducibili a clan mafiosi, la cui protezione è stata anche invocata per contrastare le pretese di altre cosche. Tanto è comprovato proprio dalla operazione Gorgoni, nei rifiuti, circa l’esistenza di una “pactum sceleris” tra alcuni amministratori infedeli - appartenenti non solo all’ufficio tecnico comunale - e i vertici del clan...».

La relazione prende in esame anche «la condotta del primo cittadino che - si legge - appare comunque sintomatica di quel condizionamento acclarato nella relazione. Il predetto - si legge in un paragrafo - risulta coinvolto, secondo gli accertamenti, in una rete di assunzioni clientelari dirette soprattutto a proposito di servizi suppletivi nel settore rifiuti “extra-ordinem”, affidati in occasione della «festa di S. Alfio» insieme all’ex vicesindaco. Nel mese di marzo 2017 - prosegue il provvedimento - a seguito delle dimissioni del vicesindaco e di altro assessore il sindaco, pur nominando nuovi assessori decide di mantenere la delega alla Nu. Tale decisione ha implicato un suo più diretto coinvolgimento rispetto ai funzionari comunali addetti a tale attività...».

E più avanti si legge: «D’altra parte le condotte illecite dei geometri sono state favorite dal comportamento omissivo del sindaco che non ha vigilato sul loro operato, neanche a seguito delle indicazioni del segretario generale che ha prospettato la necessità di una rotazione del personale». Sotto la lente della commissione anche altri amministratori: «Anche per altri amministratori - scrive la commissione .- sono emersi elementi di collegamento con la criminalità. E’ il caso di un consigliere di maggioranza, già assessore della ex Giunta (prima della attuale decaduta) il quale, da controlli di polizia, risulta accompagnarsi con pregiudicati di grosso calibro...». Nella relazione che ha esaminato anche la gestione delle risorse di altri settori c’è un passaggio - raccontato da un testimone - che riguarda un personaggio denominato «capitan ventosa» per il legame stretto col sindaco...«“E’ chiamato capitan ventosa perché attaccato all’amministrazione e ne gestisce di fatto ogni settore....era il vincitore di gare di assegnazione di lavori pubblici, qualunque ditta fosse la vincitrice...». Tra gli altri episodi quelli «del teatro comunale mai reso agibile e del museo mai inaugurato, i cui lavori - scrive la commissione - sono stati affidati in urgenza e senza programmazione alla ditta di un cugino di un consigliere».