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Catania, a San Berillo i bambini riscoprono i giochi di strada

Catania, a San Berillo i bambini riscoprono i giochi di strada

Una domenica tra sciancatello, carriolo a pallini, corde ed elastici, gessetti e colori

Di Eva Spampinato |

A fine giornata la base dell’albero della vita aveva accumulato strati e strati di colori. Linee, strisce, cerchi concentrici e scarabocchi pennellati dalle mani genuine dei bambini. Il simbolo della ri-creazione di San Berillo, un ulivo piantato al centro della piazzetta delle Belle (da poco intitolata a Goliarda Sapienza), veniva arricchito di ulteriori significati simbolici. «Un altro piccolo passo verso la riscoperta del quartiere – sottolinea Gaetano Russo Truglio, di “Panvision, ricreare San Berillo”, associazione culturale che nell’ultimo anno ha promosso moltissime iniziative per far avvicinare i catanesi a San Berillo in modo diverso – l’obiettivo è quello di realizzare un parco urbano artistico culturale in queste viuzze, partendo dal coinvolgimento dei residenti, delle attività come Officina Sa di sapone, che oggi ha offerto la corrente, il Museo Re. Ba. e gli altri interlocutori istituzionali».     Tra questi interlocutori c’è Telethon (che ha contribuito ad animare la piazzetta) a cui sarà devoluta una parte dei fondi di beneficenza raccolti. In mezzo famiglie, bambini e i vecchi giochi di strada: sciancatello, carriolo a pallini, corde ed elastici, gessetti e colori. «Un ottimo modo per far conoscere e soprattutto praticare i giochi all’aria aperta ai nostri figli – dice Ivan Benigno, giovane imprenditore catanese in compagnia del figlio Mario, 9 anni e di altri amichetti – io sono all’antica e ho fatto conoscere ai miei figli i giochi che io facevo quando ero piccolo. Ho promesso a Mario di costruirgli un carriolo, spero così possa evitare i tablet».

La voce di Claudio Macaluso, volontario del gruppo Aquile della Protezione Civile, sovrasta quelle dei bambini. È lui l’animatore del gioco più duro: la corda elastica. «Il flick flock lo conoscono in pochi, ma si divertono in molti, sia i piccoli che i grandi – commenta mentre spiega il gioco a dei bambini e tiene il ritmo dei salti veloci e senza sosta – in questa piazza c’è il gioco per i bambini, se giri l’angolo c’è il gioco per i grandi». E in effetti a pochi passi di distanza, in una delle traverse dell’ex quartiere a luci rosse (non tanto ex) qualcuno siede davanti ad un uscio su una sedia di legno e guarda perplesso il via vai di “estranei”, famiglie e ragazzi in bici.     «Leonardo, quella non si chiama trottola, ma tupperuru – papà Massimiliano rimprovera scherzosamente il figlio più piccolo – quante volte te lo devo dire». La giornata nella piazzetta Goliarda Sapienza è proseguita con un giro turistico del quartiere, una visita al museo Re. Ba, pranzo, musica, foto davanti ai murales e la conquista di nuovi sguardi un po’ meno critici e un po’ più fiduciosi. Si potesse aiutare anche l’olfatto (oltre allo sguardo) ad essere più ottimista, sarebbe una enorme conquista per tutti i catanesi.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA