Immigrazione, "il solo soccorso non basta, servono anche i mediatori culturali"
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Ai soccorsi in mare degli immigrati naufraghi si deve aggiungere il prezioso sostegno dei mediatori culturali che parlino bene il francese e l’arabo. Lo ha affermato Antonello Nicosia, Direttore dell’Osservatorio Internazionale dei Diritti Umani.
Nicosia ritiene che i mediatori culturali siano una risorsa essenziale nella comunicazione tempestiva. Fin da subito, attraverso il megafono, dovrebbero poter comunicare con i naufraghi nella loro lingua madre.
L'intervento di Nicosia dopo il ritrovamento in fondo al mare, a circa 60 metri di profondità e a sei miglia a Sud di Lampedusa, del relitto di un barcone naufragato il 7 ottobre.
“È incomprensibile – afferma Nicosia - che in 20 anni non siamo ancora riusciti a formare adeguatamente gli operatori. Essenziale che tutti parlino almeno inglese e francese. Dai video pubblicati sul web gli operatori parlano in italiano causando confusione. Uomini e donne che si spostano all’interno delle piccole imbarcazioni provocando, spesso, il loro capovolgimento”.
L'Osservatorio Internazionale dei Diritti Umani suggerisce di fornire un file preregistrato, ovvero un primo valido aiuto e supporto nei lavori di prima comprensione, attraverso il megafono, il quale amplificherebbe le avvertenze e le istruzioni per lo sbarco.
“Dal momento che né la speculazione, né gli sbarchi possono essere fermati e arginati, l’unica richiesta possibile che rivolgiamo ai vari ministri – conclude Nicosia ringraziando gli uomini della Marina militare e della capitaneria di porto, i medici e i volontari che da anni intervengono per salvare vita umane - è quella di provvedere, immediatamente, nel fornire risorse umane fondamentali al fine di poter evitare il ripetersi di simili tragedie umane. Nicosia, confidando nella loro solerzia”,