Priolo, sussidi in cambio di voti Indagati in 19, c’è anche il sindaco
La Procura di Siracusa: distratti almeno 1,8 milioni di euro
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La polizia ha notificato avvisi di conclusione indagini emessi dalla Procura di Siracusa nei confronti di 19 tra politici e dirigenti amministrativi del Comune di Piolo Gargallo. I reati contestati, a vario titolo, sono concussione, voto di scambio e concussione elettorale – per Regionali 2012 e amministrative 2013 – abuso d’ufficio, falso e truffa aggravata. Tra le accuse anche l’avere distratto fondi pubblici, anche di riserva, destinando circa 1,8 milioni di euro a sussidi straordinari “una tantum” in cambio di voti. I provvedimenti, emessi dal procuratore Francesco Paolo Giordano, sono stati emessi nei confronti del sindaco di Priolo Gargallo, Antonello Rizza, del presidente del Consiglio Comunale in carica, Beniamino Scarinci, di un ex assessore alle Politiche Sociali, di cinque dirigenti del Comune, di tre imprenditori, di un consulente nominato dal Comune, di un ex segretario comunale e altri soggetti.
A notificarli sono stati poliziotti del Commissariato di Priolo Gargallo, in collaborazione con personale della Squadra Mobile e della Digos della Questura di Siracusa. L’indagine, avviata nel settembre 2012 dal commissariato di Priolo Gargallo, è scattata dopo una presunta concussione nei confronti di un funzionario del Consorzio Universitario Megara Ibleo. Successivamente gli investigatori hanno scoperto anche altri “illeciti nella gestione degli appalti e un complesso sistema di scambio tra elargizioni di contributi sociali e promesse di assunzioni da un lato e richiesta del voto dall’altro”, tanto da aver portato, secondo la ricostruzione della Procura “alla configurazione di un’organizzazione a delinquere complessa ed efficiente, finalizzata al voto di scambio ed all’abuso d’ufficio”.
Secondo l’accusa, sarebbero stati elargiti sussidi a non aventi i requisiti per ottenere voti nelle elezioni dell’ottobre 2012 (Regionali) e nelle consultazioni amministrative del giugno 2013. La polizia di Stato ritiene di avere accertato che gli indagati avevano distratto fondi pubblici, compreso il fondo di riserva, destinando circa un milione e 800 mila euro a sussidi straordinari “una tantum” in cambio di voti elettorali.
I riscontri investigativi hanno “messo in luce anche la commissione del reato di truffa aggravata in occasione del Carnevale 2013”, quando, scrive la Procura di Siracusa, “i vertici politici del Comune di Priolo, inducendo in errore la Giunta municipale, procuravano agli organizzatori un ingiusto profitto a mezzo fatture gonfiate, per un ammontare di circa 20 mila euro”. Nelle indagini sono coinvolti anche imprenditori e un consulente del Comune, concorrenti nei reati predetti. L’inchiesta è la somma della riunione di quattro diversi procedimenti.