Naufragio nel Canale di Sicilia: al via il recupero dei 700 corpi
Il recupero, fa sapere la Marina, «sarà effettuato con l’utilizzo dei veicoli a comando remoto in dotazione al Gruppo Operativo Subacquei in grado di intervenire a quote profonde».
Naufragio-nel-Canale-di-Sicilia-al-via-il-recupero-dei-700-corpi-969c57ab00ef0e02efc881c1a8a6addc_1619377023924
ROMA - Su indicazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri sono iniziate nello Stretto di Sicilia le operazioni di recupero dei corpi dal peschereccio inabissatosi il 18 aprile 2015 con circa 700 persone a bordo. Lo rende noto la Marina Militare. Nella nota si informa che «le operazioni di recupero dei corpi adagiati sul fondo, a circa 370 metri, nelle vicinanze del peschereccio sono affidate alla Marina Militare che opererà con il cacciamine Gaeta, una unità navale da ricerca costiera, nave Leonardo, e la nave Gorgona come unità di supporto, oltre a un team del Gruppo Operativo Subacquei (G. O. S.) di Comsubin”. Il recupero, fa sapere ancora la Marina, «sarà effettuato con l’utilizzo dei veicoli a comando remoto in dotazione al Gruppo Operativo Subacquei in grado di intervenire a quote profonde». Il relitto - lungo 21 metri, largo e lungo otto metri - è stato localizzato il 7 maggio scorso. Le sofisticate strumentazioni sonar di cui sono dotate le navi hanno prima segnalato l’”oggetto”; quindi e’ stato immerso il robot teleguidato “Pluto Gigas” che ha raggiunto il relitto, l’ha filmato e fotografato. Le immagini sonar ad alta risoluzione e quelle video e fotografiche sono state esaminate in tempo reale dal personale del Comando Forze di pattugliamento della Marina e dagli inquirenti: oltre ai magistrati, personale della Mobile di Catania e i difensori dei due presunti scafisti indagati. Le immagini che dal fondo del mare sono rimbalzate sugli schermi del comando della Marina sono agghiaccianti: nei pressi del relitto si vede il corpo di un uomo e, all’interno dello scafo e anche nel ponte più basso, numerosi corpi.