Mons. Gristina «Sant‘Agata è contenta della nostra accoglienza per il nostro prossimo speciale»
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«Oggi sono “nostro prossimo” anche le persone che questa mattina sono giunte al porto di Catania dopo un viaggio che possiamo qualificare allucinante per i sopravvissuti e terribilmente tragico e crudele per le 49 vittime dell‘atroce morte cui non possiamo rassegnarci e che deve far riflettere tutti». È un passo dell‘omelia pronunciata dall‘Arcivescovo metropolita di Catania Mons. Salvatore Gristina durante la messa in onore di Sant‘Agata.
«Catania, come comunità civile ed ecclesiale - ha proseguito - ancora una volta si mostra accogliente: le istituzioni pubbliche e tante persone singole, come pure tutte le forze del volontariato senza distinzioni, rappresentano ed offrono il volto bello di una città che accoglie le persone che approdano da noi dopo prove così pesanti; di una Città che onora che ha perso la vita in queste tragiche condizioni».
«È vero: la soluzione di questa situazione - ha osservato il presule - non può essere trovata dai singoli; è necessario un impegno a cerchi concentrici, che partendo dal buon comportamento del singolo, coinvolga gruppi sempre più numerosi a livello nazionale, europeo e mondiale. È importante il nostro coinvolgimento personale ma è anche necessario quello doveroso di ogni Istituzione e a tutti i livelli».
«Sant‘Agata è certamente contenta della nostra accoglienza - ha concluso Mons. Gristina - nei riguardi delle persone oggi giunte a Catania e che vogliamo qualificare come “nostro prossimo” speciale. Sant‘Agata approva pure i sentimenti e le iniziative con cui, anche con il lutto cittadino già proclamato, onoreremo le 49 persone che sono morte così tragicamente durante il viaggio».