5 dicembre 2025 - Aggiornato alle 20:58
×

Ragusa, spacciava al parco A denunciarlo sono stati i genitori

La Polizia ha arrestato Giuseppe Sanna: a segnalarlo i genitori dei ragazzi che frequantano la villa Margherita. Aveva a passeggio con il cane per non destare sospetti / VIDEO

Redazione La Sicilia

12 Settembre 2015, 10:09

Ragusa, spacciava al parco A denunciarlo sono stati i genitori

Ragusa-spacciava-al-Parco-A-denunciarlo-sono-stati-i-genitori-4ed61b0f8c1e5551d4920502c48c0c41_1619386396915

Cercava di sviare i sospetti andando in giro con il suo cane. Ma sono stati alcuni genitori dei ragazzio che frequantavano una sala giochi a segnalarlo alla Polizia. Così gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Ragusa hanno arrestato per spaccio di sostanze stupefacenti del tipo hashish Giuseppe Sanna, 35 anni di Augusta ma da sempre residente a Ragusa. Sono stati i genitori a segnalarlo alla Polizia perché preoccupati per la presenza di un uomo che si aggirava spesso presso la sala giochi frequentata dai figli e la villa Margherita.

GUARDA IL VIDEO

Raccolte le preoccupazioni i poliziotti hanno avviato le indagini. Sanna era da poco “uscito” dagli arresti domiciliari ed è bastato seguirlo per qualche giorno per comprendere che quei genitori avevano ragione. Poi il blitz: ieri Sanna è stato notato insieme ad un giovane conosciuto come assuntore e dopo aver chiacchierato all’interno di villa Margherita Sanna è andato verso casa sua in compagnia del cane come se stesse facendo una tranquilla passeggiata al parco. I poliziotti lo hanno seguito e hanno fatto irruzione a casa dell’uomo.

 

Sul tavolino c’era una dose già confezionata di hashish (ma Sanna ha detto che era per uso personale). Poi sulla specchiera c’erano altri 3 pezzi di hashish pronti per la vendita, dietro la lavatrice altri 100 grammi e poi ancora in un altro mobile. Sanna è un pluripregiudicato, ed è stato più volte arrestato per traffico di stupefacenti ed in più di un’occasione è pure evaso dagli arresti domiciliari. Il Pm ha così disposto che venisse condotto in carcere in attesa dell’udienza di convalida.