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Napolitano alla Corte d’Assise ”Mia deposizione sarebbe inutile”

Napolitano alla Corte d’Assise ”Mia deposizione sarebbe inutile”

L’ex capo dello Stato, citato dai difensori del fratello del magistrato ucciso nel 1992, ha scritto una lettera ai giudicidi Caltanissetta: “La verità si ricerca senza disperdere le energie processuali”

Di Redazione |

”La mia deposizione al processo Borsellino non sarebbe rilevante e sarebbe ripetitiva”. Lo ha scritto, alla Corte di assise che celebra il quarto processo per la strage Borsellino, l’ex capo dello stato Giorgio Napolitano citato a testimoniare per il prossimo 14 dicembre. Nella lettera Napolitano chiede di rivalutare la decisione di citarlo. Giorgio Napolitano era stato citato anche nel processo sulla cosiddetta trattativa Stato– mafia in cui ha deposto a ottobre del 2014, quando ancora era in carica. In parte le circostanze su cui dovrebbe testimoniare al dibattimento per la strage di via d’Amelio sono analoghe a quelle del processo sulla trattativa: da qui l’affermazione sulla ripetitività di un eventuale testimonianza, anche se resa in processi diversi. La lettera dell’ex Presidente è di cinque pagine: all’udienza di domani sulla richiesta di Napolitano dovrebbero pronunciarsi le parti e poi dovrà decidere il collegio. ”Auspico che la Corte condivida la convinzione maturata in una vita al servizio delle Istituzioni e cioè che l’accertamento dei reati richieda la massima concentrazione delle energie processuali e non la loro dispersione”. Lo scrive l’ex Capo dello Stato Giorgio Napolitano alla Corte d’Assise di Caltanissetta che sta celebrando il quarto processo per la strage Borsellino. Nella lettera, depositata agli atti del processo, Napolitano chiede alla Corte di rivalutare la decisione di citarlo a deporre come teste, sollecitata dal difensore del fratello di Borsellino, costituito parte civile. Napolitano, dopo aver spiegato perchè la sua testimonianza sarebbe inutile e irrilevante, si dice sorpreso della “sconfinata comprensività e della assurda vaghezza” dell’articolato di prova formulato dalla parte civile che chiede che l’ex Capo dello Stato riferisca “su quanto a sua conoscenza su fatti e persone a vario titolo coinvolte”.

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