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Dati Covid truccati, il Gip: «Si voleva dare immagine della sanità migliore di quella reale»

Redazione La Sicilia

30 Marzo 2021, 11:45

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Dati truccati Covid in Sicilia, gli indagati non rispondono al Gip

Le intercettazioni che vengono fuori dall'inchiesta della Procura di Trapani sui dati Covid truccati in Sicilia sembrano un pozzo senza fondo e gettano una luce sinistra sula gestione dell'emergenza sanitaria in Sicilia. «Ora mi chiamò Ruggero, dice, domani mattina rivediamo tutti i parametri -  dice in una intercettazione la dirigente Maria Letizia Di Liberti con un dipendente dell’Asp - da una settimana all’altra e vediamo effettivamente qual è il parametro che ci ha fatto scattare l'arancione, per capire magari come procedere. Perché il problema fondamentale è se diventiamo completamente zona rossa. E quindi, niente ora mi sono sentita con lui, poi gli ho detto che secondo me e tutti i ragazzi che domani tornano da Milano. C'è un sacco, domani scapperanno». 

La gip di Trapani nella ordinanza per gli arresti sui falsi dati sul Covid scrive: «Quanto al fine ultimo perseguito attraverso la deliberata e continuata alterazione dei dati pandemici, la natura e le conseguenze delle condotte delittuose poste in essere nonché la qualità dei soggetti coinvolti ed il loro concertato agire inducono a ritenere che gli indagati non abbiano perseguito finalità eminentemente personali, ma abbiano operato nell’ambito di un disegno più generale e di natura politica».

«Si è cercato di dare un’immagine della tenuta e dell’efficienza del servizio sanitario regionale e della classe politica che amministra migliore di quella reale e di evitare il passaggio dell’intera Regione o di alcune sue aree in zona arancione o rossa, con tutto quel che ne discende anche in termini di perdita di consenso elettorale per chi amministra», dice.

«I valori indicati - scrive ancora la Gip - sembrano totalmente disancorati dalla realtà e lascia sgomenti il modo di fare degli indagati, del tutto dimentichi delle tragedie personali, familiari e collettive che stanno ovviamente dietro quei numeri che avrebbero dovuto essere correttamente accertati e comunicati».

«Il più delle volte - afferma ancora la Gip -  le cifre trasmesse, anche quelle relative ai decessi giornalieri, sono arbitrarie, per abbassare valori ritenuti troppo alti o nel tentativo di recuperare dati precedentemente omessi». Il gip parla di «assoluto caos e della totale inattendibilità dei dati trasmessi, che sembrano estratti a sorte».

«Qualche che sia il disegno perseguito, è certo che le falsità commesse - conclude - non hanno consentito a chi di competenza di apprezzare la reale diffusione della pandemia in Sicilia e di adottare le opportune determinazioni e non hanno permesso ai cittadini di conoscere la reale esposizione al rischio pandemico e di comportarsi di conseguenza».