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Gela, Messinese al contrattacco

Gela, Messinese al contrattacco «Eni? Di Maio e Cancelleri sapevano»

Il sindaco di Gela: «Resto al mio posto, no all'Inquisizione» / VIDEO

Di Maria Concetta Goldi |

GELA – Passerà alla storia come il primo sindaco d’Italia espulso dal Movimento Cinque stelle. Ma Domenico Messinese , eletto sei mesi fa nella roccaforte del Pd di Crocetta, l’uomo che ha disarcionato il sindaco renziano, non sembra poi soffrire troppo per la scomunica che Grillo gli ha lanciato nel penultimo giorno dell’anno. Proprio l’indomani  del licenziamento dalla giunta di tre assessori espressi dal Meetup gelese.

Non ha gradito la comunicazione del provvedimento nei suoi confronti tramite una mail firmata dallo staff di Beppe Grillo e ha giudicato la cosa un’epurazione in stile da Santa Inquisizione. Perché i Grillini avrebbero dovuto epurare il sindaco con cui hanno vinto le elezioni?

Le possibili risposte arrivano da due assessori fedelissimi del primo cittadino. Il vicesindaco Simone Siciliano controbatte che “hanno candidato Domenico confondendo la sua bontà con la possibilità di manovrarlo facilmente. Ma hanno avuto un’amara sorpresa”.

L’altro assessore , Francesco Salinitro, punta l’indice sul deputato nisseno Giancarlo Cancelleri e sui suoi interessi a metter fuori gioco il sindaco di Gela. Il sindaco defenestrato, nella conferenza stampa tenuta ieri mattina nel suo ufficio si è difeso dai due capi d’accusa, contestati dal movimento cioè il mancato taglio dell’indennita e l’aver avallato il protocollo dell’Eni.

Sul mancato taglio dell’indennità arriva a dire  che “comunque ha devoluto una parte del suo stipendio in beneficenza”. E se si aggiunge che sulla politica verso Eni ritiene di aver avuto l’avallo di Di Maio e Cancelleri si comprende come e su cosa imposterà la sua difesa alle accuse del direttorio grillino. Ma Messinese vuole veramente riavere le Cinquestelle? Sono in molti a pensare che ha fatto di tutto per farsi espellere e liberarsi da Meetup e attivisti sgradìti e rompiscatole. Perciò, ottenuto il suo scopo, ha brindato al nuovo anno in cui godrà i frutti dei “botti politici” con cui si è chiuso il 2015.

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