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L'azienda agrigentina accatasta

L’asp 1 mette in regola i suoi locali

Tutti inesistenti sulla carta per quanto assolutamente vere, concrete e, soprattutto, luogo di svolgimento quotidiano di lavoro e assistenza.

Di Gioacchino Schicchi |

Ben 84 immobili dell’Azienda sanitaria di Agrigento (cioè tutte), infatti, risultato oggi in fase – avanzata – di accatastamento, totale o parziale. Primo “caso” fu il “San Giovanni di Dio”, che, appunto la direzione scoprì non essere stato mai messo “su carta”. In particolare risultò dai controlli che le singole particelle di cui era costituito il terreno sul quale era costruito il nosocomio non erano state mai trasformate e risultavano ancora al catasto come fondo agricolo. Cioè, sostanzialmente, per il Catasto, l’ospedale praticamente non era mai esistito. Da quello si partì con un’attività di verifica più complessiva che ha portato all’affidamento di un incarico finalizzato  alle verifiche che, oggi, hanno portato ad accertare come praticamente tutte le strutture non erano state mai oggetto di questa tipologia di “attenzioni”. 

Perché?

“Guardi – risponde il direttore generale Salvatore Ficarra – questo dovrebbe chiederlo a chi mi ha preceduto. Di certo non lo hanno fatto per questioni economiche, dato che trattandosi di locali a servizio di enti locali non ci sarebbe stato alcun risparmio a non accatastare. Di certo il problema non era mai emerso perché le vecchie normative in sostanza non rendevano la presenza dell’accatastamento necessaria per realizzare gli interventi ad esempio di adeguamento degli impianti o per la ristrutturazione dei locali”.

Tutto però adesso è cambiato, anche le leggi, e quindi, prima di avviare gli annunciati lavori di recupero di diversi immobili di proprietà dell’Asp, si è reso necessario avviare una campagna di accatastamento praticamente a tappeto.

“Sì – continua Ficarra – è un lavoro realmente ciclopico quello che stiamo realizzando e ha anche un suo costo, ma purtroppo era indifferibile. Ancora oggi ci sono una serie di questioni da ‘raffinare’, che devono cioè essere oggetto di una seconda fase di verifiche, ma contiamo concretamente di avere un quadro complessivo nei prossimi mesi e poter quindi mettere a norma gli impianti in tutte le strutture del territorio entro il prossimo anno”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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