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Catania, cantante neomelodico gambizzato

Catania, cantante neomelodico gambizzato S’indaga nella sfera personale ma è giallo

Mirko Lavezzi ferito a un ginocchio, agguato a San Cristoforo / VD

Di Concetto Mannisi |

CATANIA. «MIRKO LAVEZZI NEW PROJECT 2016 CAMING SOON… 70%». E’ l’annuncio che Nunzio Luigi Lombardo, in arte Mirko Lavezzi, aveva lanciato il 27 gennaio scorso dalla sua “Fb Page”, una delle pagine messe a disposizione da Facebook per permettere ai fan di seguire le iniziative di musicisti e di gruppi musicali di ogni genere e di ogni parte del globo. Compresi, ovviamente, i cantanti neomelodici, quelli che a Catania hanno un seguito straordinario specialmente nei quartieri più popolari e che non di rado finiscono nei guai proprio a causa delle loro frequentazioni – volute o assolutamente casuali, giusto precisarlo – con una “certa” parte della città.

Basti pensare, ad esempio, alle disavventure occorse a Gianni Vezzosi, da poco venuto fuori da una intrigata vicenda giudiziaria cominciata nel 2012 (fu accusato – e poi assolto – di essere il mandante di un pestaggio). Oppure basti ricordare quanto avvenuto lo scorso fine agosto in via Biagio Pecorino, fra San Giorgio e Librino, allorquando l’intervento dei vigili urbani e dei carabinieri del comando provinciale di piazza Verga impedì che venisse tenuto un concertone del tutto abusivo (ovvero con palco montato senza autorizzazioni, così come inesistenti erano le autorizzazioni avanzate alle autorità competenti per tale spettacolo) organizzato, non si sa bene da chi e con la partecipazione di una mezza dozzina di neomelodici, in occasione del compleanno di Rosario Lombardo, “Saro ‘u rossu”, personaggio di assoluto spessore della criminalità organizzata catanese, agli arresti domiciliari per motivi di salute.

«MIRKO LAVEZZI NEW PROJECT 2016 CAMING SOON… 70%». Un po’ come dire che il nuovo disco di Mirko Lavezzi era ed è ancora sul punto di irrompere nel florido mercato del settore, per la gioia dei 2368 fan (e non soltanto per la loro, è chiaro) che seguono la pagina Facebook del cantante e che adesso si interrogano sulle condizioni di salute dell’uomo, 33 anni compiuti lo scorso 21 giugno, sposato e padre di un bambino, rimasto vittima della sparatoria avvenuta sotto la sua abitazione di via Sardo, quasi all’incrocio con via Giovanni Reguleas, ad un tiro di schioppo da via Vittorio Emanuele.

Ci si approssimava alla mezzanotte di sabato e Lavezzi-Lombardo (che nella vita di tutti i giorni fa il pizzaiolo nell’attività commerciale gestita dal padre) stava tornando a casa, allorquando un soggetto allo stato non identificato lo ha avvicinato di soppiatto e ha cominciato a sparare contro di lui: tre, quattro, forse cinque colpi di pistola con cui, a detta degli investigatori della squadra mobile, gli stessi che stanno seguendo le indagini sul fatto di sangue, non dovevano uccidere l’uomo, ma soltanto ferirlo. Il pistolero, infatti, ha mirato sicuramente contro le gambe di Lavezzi.

Ciò fin quando uno dei proiettili non ha raggiunto all’arto inferiore destro il cantante, che si è accasciato e ha cominciato a chiedere aiuto. Tutto questo mentre chi aveva sparato si allontanava velocemente, fors’anche a bordo di un mezzo che lo attendeva poco distante. In via Sardo, spiati dalle finestre dagli abitanti della zona, che cercavano di comprendere con qualche titubanza quel che era accaduto, arrivavano di gran carriera le «volanti» della polizia e i soccorritori del 118, che trasportavano velocemente il ferito al vicino ospedale «Vittorio Emanuele»: per Mirko Lavezzi tutto sommato è andata anche bene. Nel giro di qualche settimana sarà di nuovo in piedi per far avanzare il “download” del suo progetto.

Subito sentito dagli agenti della sezione Omicidi della squadra mobile, a testimonianza che le sue condizioni di salute non sono affatto preoccupanti, Lavezzi ha dichiarato di non avere alcuna idea su chi potesse volergli male, cosicché toccherà ai poliziotti fare tutto per conto proprio per definire i contorni di una vicenda che, a naso, investe la sfera personale del cantante.

Mirko Lavezzi, che in passato frequentava la zona di San Giovanni Galermo e che poi aveva abitato – con la famiglia – anche nell’hinterland catanese, si era trasferito a San Cosimo da poco tempo. Alla squadra mobile viene sottolineato che l’uomo non aveva mai avuto problemi con la giustizia, motivo per cui si ritiene che abbia fatto in qualche modo uno sgarro (di qualsiasi genere…) a chi di sgarri non ne tollera. E che è evidentemente abituato a risolvere certe questioni a pistolettate. Come a volte si racconta in certi testi dei neomelodici napoletani….COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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