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Ex provincia, personale in mobilità

Ex Provincia, mobilità del personale necessaria

E' ritenuta l'unica strada percorribile nell'interesse del Libero consorzio dei Comuni ma anche del personale che rischia di rimanere senza stipendio

Di Gioacchino Schicchi |

Quella che fino a qualche settimana fa sembrava una semplice voce senza controllo oggi sembra più che altro un destino ineludibile: l’ex provincia regionale di Agrigento, così come le altre “sorelle” siciliane se non vorrà colare a picco dovrà fare una “cura dimagrante” del proprio personale mettendolo in mobilità in modo coattivo. Nulla, al momento, è stato tradotto in atti formali, ma, il commissario Marcello Maisano, come fatto dai suoi colleghi delle altre 8 ex Liberi consorzi, ha inviato una lettera alla Regione nella quale evidenzia lo stato di profonda crisi in cui versa l’ente da lui guidato il cui contenuto non lascia spazi rispetto alla condizione dei conti della Provincia. Ad oggi, infatti, si prospetta un disavanzo di circa 9 milioni di euro, sia a causa della riduzione dei trasferimenti ma, soprattutto, a causa del prelievo forzato disposto dallo Stato a carico delle ex Province che, solo per Agrigento, ammonterà complessivamente  a circa 16 milioni per il 2015 e il 2016. I primi 2 milioni, in tal senso, sono già andati via, altri 5 milioni di euro saranno prelevati “di forza” Governo che ha agito in modo in modo coattivo.

E se gli ultimi 2 bilanci sono stati fatti quadrare ricorrendo, in modo straordinario, all’avanzo di amministrazione (regalo, graditissimo, della gestione D’Orsi), la tempesta che si annuncia all’orizzonte dovrà essere gestita con mezzi straordinari. Una ulteriore riduzione dei servizi – anche quelli obbligatori per legge -, infatti, potrebbe consentire, nel medio periodo, un recupero di un paio di milioni di euro circa, troppo pochi. Così come pochi sono gli ottocentomila euro circa “strappati” dal finanziamento del Cupa, cui si aggiungono le somme destinate al “Toscanini”.

Così, per gli uffici finanziari e il commissario, la scelta di mettere in mobilità il personale, che oggi è praticamente l’unica spesa di “valore” sulla quale è possibile agire, è quasi obbligatoria. Anzi, la prospettiva è che alla fine siano gli stessi organi di controllo che alla fine costringano il Libero consorzio ad agire in tal senso. Basterà? Forse no. Si tratta infatti di una procedura lunga e che, comunque, dovrà prevedere la copertura dell’ottanta per cento dello stipendio come indennizzo al personale “mobilitato”.

Tutto questo con una legge regionale sul cui futuro oggi nessuno ha chiarezza anche rispetto alla distribuzione delle competenze e, soprattutto, rispetto alle risorse potenzialmente recuperabili.

 
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