Notizie Locali


SEZIONI
Catania 14°

Catania, aspettando l’arrivo dello sceicco

Catania, aspettando l’arrivo dello sceicco per riaprire i cantieri dell’ex Perla Jonica

Niente via ai lavori senza l’ok del principe di Abu Dhabi

Di Tony Zermo |

Aspettando lo sceicco: per sbloccare i cantieri che debbono trasformare l’ex Perla Jonica nell’Hotel Hilton Catania Capomulini. E’ da circa otto mesi che questi cantieri sono fermi dopo la vertenza tra la «Item», società al 100% dello sceicco Hamed bin al-Hamed della famiglia reale di Abu Dhabi, e il «general contractor» Volteo del gruppo Kinexia. Di recente il Tribunale di Catania ha dato ragione a «Item» ingiungendo a Volteo di riconsegnare i cantieri, cosa che è regolarmente avvenuta.

Spieghiamo il motivo del contendere. Come si ricorderà, la «Item» dello sceicco acquisì dai liquidatori nominati dal ministero la ex Perla Jonica per 35 milioni di euro. Poi era previsto che per la ristrutturazione totale del centro turistico più grande del Mediterraneo sarebbero stati investiti 48 milioni di euro, di cui 24 concessi dallo Stato attraverso Invitalia. Di questi 24 milioni ministeriali era stata versata a «Item» una tranche di 7 milioni che sono stati passati a Volteo per iniziare i lavori. Volteo ha cominciato le demolizioni, ma pare – secondo «Item» – che non abbia pagato le imprese siciliane impegnate nei lavori e che il rendiconto presentato da Volteo è asseverato soltanto per circa un milione e mezzo. Per la restante cifra non c’è stato un chiarimento, da qui l’azione giudiziaria che «Item» starebbe preparando per il recupero delle somme. In queste settimane l’ad della «Item», Salvo La Mantia, ha preso contatti con altre imprese di sicuro affidamento, soprattutto con una azienda catanese e un’altra veneta, per subentrare a Volteo.

Queste imprese sarebbero ben contente di iniziare i lavori di un appalto così prestigioso e così socialmente utile per i riflessi sul turismo, ma per cominciare vogliono avere concrete garanzie, che soltanto lo sceicco può dare. Il principe arabo ha una scaletta densa di impegni internazionali e deve incontrare l’amministratore delegato del Monte dei Paschi, Viola. Con lui dovrebbe definire un mutuo «senior» (i mutui fondiari oggi li chiamano così). Si dovranno vedere al più presto in Italia, entro la prossima settimana. Può anche darsi che lo sceicco venga a Catania così come può darsi che tenga gli incontri a Roma: l’importante è che, considerata la sua volontà di andare avanti nonostante l’inceppamento, provveda ad un consistente anticipo per l’inizio dei lavori alle ditte che otterranno l’appalto.

Il principe ci tiene a questo importante insediamento turistico in Sicilia, anche perché è il primo in assoluto, e quindi è sperabile che sblocchi la situazione: del resto, dopo avere sborsato 35 milioni di euro, è impensabile che intenda mollare tutto. Lui vuole concludere finalmente l’operazione e affidare il resort a Hilton per i prossimi 40 anni (20+20). Se il prossimo mese ripartiranno i lavori è prevedibile che il resort Hilton di Capomulini possa essere pronto per l’estate del 2017. Le grandi aziende che avranno il prestigioso appalto seguiranno il progetto dell’archistar di fiducia dell’Hilton, lo scozzese Tom Russell. E cioè 240 stanze molto ampie, decine di suite con piscina incorporata, grandi spazi verdi, ristorante a base di cucina siciliana e ristorante internazionale, grande spa.

L’apertura del resort Hilton darà anche ossigeno alle attività commerciali di tutta l’area, specie di Acireale e Capomulini raggiungibile dagli ospiti con una passeggiata di una ventina di minuti. Si sono dovuti superare molti ostacoli, comprese controversie che hanno impegnato quattro anni, ma ora tutti sperano che si possa lavorare in pace per dotare Acireale e Catania di un grande complesso.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

Di più su questi argomenti: