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Militare e fidanzata arrestati per omicidio coppia di Pordenone

Militare e fidanzata arrestati per omicidio coppia di Pordenone

 Trifone Ragone e l'agrigentina Teresa Costanza erano stati uccisi a colpi di pistola un anno fa all'uscita da una palestra a Pordenone. L'invidia il movente del duplice delitto

Di Redazione |

Pordenone – E’ stato arrestato oggi dai carabinieri a Pordenone. Su Giosuè Ruotolo,  26 anni di Somma Vesuviana,  si erano quasi da subito addensati i maggiori sospetti per il duplice omicidio di Ragone Trifone e della fidanzata Teresa Costanza, originaria della provincia di Agrigento, avvenuto il 17 marzo dello scorso anno.

E le manette oggi sono scattate anche per la fidanzata di Rutuolo, Rosaria Patrone, 24 anni anche lei napoletana, con l’accusa di favoreggiamento per aver aiutato il compagno ad eludere le investigazioni (il provvedimento è stato eseguito a Somma Vesuviana (Napoli) da parte dei carabinieri del Comando provinciale di Pordenone e del Ros con i colleghi di Napoli. Ragone Trifone e la sua compagna erano stati freddati con sei colpi di pistola all’interno della loro auto, erano appena usciti da una palestra nel parcheggio del Palasport di Pordenone, dove la coppia viveva. Ruotolo era stato commilitone e coinquilino di Trifone, militare nell’esercito. A scatenare l’istinto omicida dell’uomo sarebbe stata l’invidia. Alla giovane e bella Teresa , assicuratrice dopo gli studi alla Bocconi, avrebbe fatto arrivare dei messaggi da un falso profilo Facebook facendole credere che a scrivere fosse un’ex del suo compagn, tutto questo per innescare in lei il sospetto di un tradimento. 

Per circa sei mesi le indagini non avevano consentito di raccogliere elementi significativi nonostante gli inquirenti avessero sentito oltre ottocento persone. La prima svolta è giunta alla metà del mese di settembre 2015, quando gli investigatori riuscirono a isolare alcuni fotogrammi di telecamere di videosorveglianza comunali da cui si notò che l’Audi A3 di Ruotolo si era fermata per circa sette minuti durante il tragitto dal Palazzetto dello sport e l’abitazione del militare, in un orario compatibile con quello del duplice omicidio.

La Procura decise quindi di scandagliare il laghetto del parco di San Valentino, nella convinzione che il presunto omicida avesse potuto gettare soltanto in quella zona l’arma del delitto. Pistola Beretta che venne trovata dai sommozzatori dell’ Arma e che, grazie alla comparazione dei Ris, è stata individuata come l’arma utilizzata dall’omicida. In quel momento Ruotolo fu indagato e interrogato una prima volta, per otto ore. Qualche settimana dopo anche la fidanzata fu coinvolta nell’inchiesta. Sarà interrogata il 23 dicembre 2015, e si avvalse della facoltà di non rispondere. Il tre febbraio scorso, l’ultimo passo: la Procura ha inviato al Gip una richiesta di arresto, motivata in un centinaio di pagine. 

Ruotolo è stato prelevato dalla Caserma Mittica della Brigata Ariete. L’uomo è stato arrestato in accoglimento di una richiesta inviata un mese fa dai pubblici ministeri Campagnaro e Vallerin . Il procuratore capo di Pordenone, Marco Martani, ha convocato per domani mattina alle 11 una conferenza in Procura per illustrare il contenuto del provvedimento di arresto nei confronti di Ruotolo e della fidanzata. I carabinieri confermano anche che il militare campano è stato chiuso nel carcere di Belluno. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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