21 dicembre 2025 - Aggiornato alle 18:23
×

Società sotto il controllo dei clan: blitz della GdF di Catania, 24 arresti dalla Sicilia alla Lombardia (i nomi)

Nel mirino le cosche Cintorino e Brunetto. Sono 24 le misure eseguite dalle fiamme gialle. 

Mario Previtera

16 Novembre 2022, 06:20

061933536-b2d822e6-69c0-4344-b343-c9317c899381

La Guardia di Finanza ha sequestrato tre società nelle provincia di Catania e Messina che sarebbero sotto il controllo del clan. Dalle prime ore di questa mattina, oltre 100 finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania, stanno eseguendo, tra Sicilia e Lombardia, un’ordinanza di misure cautelari personali e reali emessa dal gip - su richiesta della procura etnea -  nei confronti di 24 persone indagate, a vario titolo, per associazione a delinquere di tipo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, traffico organizzato di sostanze stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori e detenzione di armi.

L'operazione è stata denominata "Tuppetturu". Nel mirino i clan Cintorino di Calatabiano, alleati dei Cappello di Catania, e i Brunetto di Giarre, storicamente nell'organigramma della famiglia Santapaola-Ercolano. 

Complessivamente, si apprende, sono 37 le persone coinvolte nell’inchiesta coordinata dalla Procura di Catania (pm Assunta Musella, Giuseppe Sturiale e Fabio Regolo) che scaturisce, ancora una volta, dalle rivelazioni del pentito calatabianese Carmelo Porto.

Tra le persone arrestate spicca il nome del giarrese Pippo Andò (u Cinisi) il cui provvedimento è stato notificato in carcere. Andò storicamente organico della frangia locale del sodalizio mafioso “Brunetto”, articolazione della famiglia mafiosa “Santapaola-Ercolano” (“cosa nostra catanese”), egemone nel territorio di Giarre, Mascali, Fiumefreddo di Sicilia, Castiglione di Sicilia, era stato arrestato nel 2020 nell’operazione Jungo.

Ecco i nomi degli arrestati: Giuseppe Andò, inteso u cinisi, di Giarre, Carmelo Caminiti di Francavilla, Dario Cavallaro di Giardini, Luciano Maria Costanzo di Seregno (Milano), Sebastiano Cateno Costanzo di Giardini, Cristian Cullurà (Giardini), Gaetano Di Bella (Catania), Orazio Di Grazia (Giarre), Edy Fazio (Castelmola), Pietro Galasso (Calatabiano), Giovanni Camillo Gambacurta (Giardini), Angelo Leonardi (Giardini), Giuseppe Lisi (Fiumefreddo) , Marco Longhitano (Riposto), Giuseppe Mascali (Calatabiano), Francesco Maugeri (Fiumefreddo), Vincenzo Messina (Calatabiano) - recentemente deceduto prima gli potesse essere notificato l'ordine di arresto -, Giuseppe Raneri (Castelmola), Pietro Roccella (Giardini), Giuseppe Ruggeri (Taormina), Gaetano Scalora (Calatabiano), Mariano Spinella (Graniti), Costantino Talio (Taormina), Salvatore Zacco (Francavilla).

 

 

Le indagini svolte dalla Guardia di finanza fanno luce su varie vicende criminali. L’operazione costituisce di fatto lo sviluppo investigativo di una precedente operazione, denominata Isola Bella e si basa in larga parte sulle rivelazioni del pentito calatabianese Carmelo Porto che ha iniziato la propria collaborazione nel giugno del 2019. Al centro delle indagini una serie di estorsioni perpetrate dall’organizzazione criminale  mediante il posizionamento delle bottiglie incendiarie e la riscossione del pizzo in danno di commercianti e imprenditori. Le indagini hanno fatto leva anche sulle rivelazioni di un secondo pentito, tale Carmelo Liistro, dissociatosi dal clan Cappello Bonaccorsi di cui faceva parte dal 2014 e che si è soffermato sulle estorsioni perpetrate e sul traffico di sostanze stupefacenti i cui proventi venivano poi spartiti con i sodali del clan Laudani. Gli investigatori hanno ricostruito talune dinamiche interne, tra cui la convocazione di summit, come quelli organizzati dal gruppo Brunetto, nel 2019.