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Palermo, si facevano rompere ossa in cambio di un risarcimento

La Dia nell'ambito dell'inchiesta che riguarda truffe ad assicurazioni ha arrestato anche il falso pentito della strage di via D'Amelio, Salvatore Candura. Dall'indagine è emerso che venivano reclutate persone che, per rendere credibile la truffa, in cambio di denaro, venivano sfregiate o subivano fratture

Di Redazione |

La Dia nell’ambito dell’inchiesta che riguarda truffe ad assicurazioni ha arrestato anche il falso pentito della strage di via D’Amelio, Salvatore Candura. La Procura di Palermo ha chiesto e ottenuto il carcere per una banda di palermitani e napoletani che organizzava falsi incidenti stradali. Dall’indagine è emerso che venivano reclutate persone che, per rendere credibile la truffa, in cambio di denaro, venivano sfregiate o subivano fratture.

Gli arrestati sono complessivamente dieci. A due sono stati,concessi i domiciliari L’indagine nasce da una denuncia di Candura che aveva sostenuto di aver ricevuto delle minacce a seguito della sua collaborazione con la giustizia.

Da accertamenti è, invece, emerso che il falso pentito era regista delle truffe e il punto di riferimento del gruppo, nell’ambito del quale si era imposto per la spregiudicatezza e per la capacità di organizzare, promuovere e dirigere un complesso e collaudato sistema che, attraverso finti sinistri stradali, consentiva ai membri dell’organizzazione di ottenere ingenti risarcimenti per i gravissimi danni fisici cagionati alle “vittime” (sfregi al viso, rottura di articolazioni ecc.).

Ogni sinistro fruttava all’organizzazione, in media, dai 20 ai 30 mila euro (la stima complessiva è di svariate centinaia di migliaia di euro), non considerando i costi sostenuti dal Servizio Sanitario Nazionale per le cure da prestare ai soggetti coinvolti.

Tra gli arrestati nell’indagine sulla truffa alle assicurazioni realizzata da un’organizzazione criminale guidata dal falso pentito Salvatore Candura c’è anche una donna di 33 anni, Anna Campagna, incinta di due mesi. La donna si sarebbe fatta sfregiare il viso con i cocci di una bottiglia per simulare di aver subito un incidente stradale. Secondo gli investigatori, avrebbe avuto anche un ruolo attivo nella banda, reclutando altre persone disposte a subire sfregi e danneggiamenti in cambio di denaro, per simulare incidenti. In una intercettazione Campagna parla con il convivente rivelandogli che le era stato chiesto di “prestare” la figlia di 13 anni come finta vittima. Le persone coinvolte come presunte vittime sono indagate. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA