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Caltagirone, clan pronti a imporre potere

Caltagirone, clan pronti a imporre potere con la violenza: fermati 28 affiliati

Sgominata cosca dei La Rosa (quella dell'inchino di S. Michele) Retata anche in Calabria: sequestrati traghetti per le Eolie

Di Redazione |

È quello del boss ergastolano detenuto Francesco Ciccio  La Rocca il clan di Caltagirone sgominato dall’operazione Kronos dei carabinieri del Ros di Catania. Si tratta dello storico capomafia legato a Cosa nostra, il cui nome è tornato recentemente alla ribalta della cronaca per un omaggio reso davanti alla casa del boss durante la processione religiosa del 25 marzo scorso a San Michele di Ganzaria.

L’episodio, avvenuto durante la processione del Venerdì’ Santo, è stato ripreso dalle telecamere dei carabinieri della compagnia di Caltagirone. Dalle immagini si vede la bara con il Cristo Morto che devia dal percorso previsto, con il forte dissenso di sindaco, parroco e del comandante della locale stazione dell’Arma.

Poche decine di persone la seguono fino all’arrivo nello slargo dove c’è la casa dei familiari del boss Francesco La Rocca, e lì il fercolo è deposto sui cavalletti. Scatta l’applauso e resta fermo per mezz’ora, per poi ricongiungersi con la stragrande maggioranza dei fedeli che aspetta a valle. Sulla relazione dei carabinieri la Procura di Caltagirone ha indagato per turbativa dell’ordine pubblico 17 ‘portatori.

Il blitz di stanotte è stato messo a segno dai carabinieri del Ros e di quelli dei comandi provinciali di Catania, Ragusa, Siracusa ed Enna, che hanno notificato un decreto di fermo a 28 persone, tutte “gravemente indiziate” a vario titolo di associazione mafiosa, omicidio, estorsione e reati in materia di armi.

Secondo gli investigatori, “in una fase delicata di transizione degli equilibri di potere nel territorio” tra diverse famiglie mafiose, il provvedimento di fermo, emesso dalla procura distrettuale antimafia di Catania, si è reso “necessario per scongiurare ulteriori, imminenti, gravi fatti di sangue”.

Il provvedimento di fermo, spiegano i carabinieri, scaturisce da un’articolata attività investigativa condotta dal Ros nei confronti della famiglia mafiosa di Caltagirone (Catania), di cui sono stati ricostruiti gli assetti organizzativi, gli ambiti operativi e le relazioni con altri sodalizi mafiosi anche esterni alla provincia di Catania.

In particolare le indagini, che hanno consentito di accertare le responsabilità del gruppo mafioso in un duplice omicidio commesso a Raddusa (Catania), hanno documentato numerosi incontri tra gli esponenti di vertice di Cosa nostra della famiglia calatina, dei “Santapaola” e del clan “Nardo” di Lentini (Siracusa).

Vertici mafiosi il cui scopo sarebbe stato duplice: quello di individuare il rappresentante provinciale di Catania e quello della gestione condivisa dei proventi estorsivi derivanti da appalti pubblici e privati.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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