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Da Palermo a Catania, il ricordodei Caduti della Resistenza

Da Palermo a Catania, il ricordo dei caduti della Resistenza

Cortei e deposizioni di corone d'alloro per onorare il sacrificio di chi lottò per la libertà. Il sindaco di Lampedusa è invece intervenuta alle celebrazioni del 25 arpile a Milano parlando di accoglienza GUARDA LA FOTOGALLERY

Di Redazione |

Italia in festa per il 25 aprile. Da nord a sud eventi e manifestazioni ufficiali sono stati organizzati per festeggiare e ricordare il giorno del 71esimo anniversario della Liberazione e per onorare i caduti, ma anche appuntamenti di arte, cultura e spettacolo per commemorare la storia.

 A Palermo, come è consuetudine, cerimonia al Giardino Inglese, con la deposizione delle corone dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia e delle autorità alla lapide dei caduti della Resistenza di Cefalonia e al cippo di Pompeo Colajanni, il “comandante Barbato” al quale è intestata la locale sezione dellìAnpi. Un corteo si è poi snodato da via Libertà a piazza Verdi, dove si è tenuto un concerto della banda della polizia municipale, seguito dagli interventi del comitato “Verso il 25 Aprile”. Il corteo si è spostato a Palazzo delle Aquile, dove è stata deposta una corona alla lapide dedicata alla Resistenza.

Anche a Catania i caduti sono stati ricordati con un corteo organizzato dall’Anpi provinciale di Catania che si è mosso da Piazza Stesicoro per poi concluderi in Piazza Dante con una sosta in Municipio per la deposizione di una corona d’alloro.

«L’accoglienza è la cosa da fare per costruire la pace, la convivenza e la fratellanza». È stato invece il messaggio portato sul palco delle celebrazioni del 25 aprile a Milano, dal sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini. L’isola di Lampedusa in 20 anni «ha salvato la vita a 300 mila persone – ha detto – ma è poco per una Europa che da anni grida all’invasione. In 20 anni solo 300 mila sono entrati, anche se poi nel 2015 sono stati oltre 150 mila». Il sindaco ha poi denunciato come Lampedusa ha affrontato tutto questo «da sola. Da sola ha preso dal mare i naufraghi e gli ha dato il primo abbraccio – ha aggiunto – Come naufraghi e non come profughi orichiedenti asilo». «Non possiamo più restare soli e in silenzio davanti a questa tragedia, davanti ai morti consegnati a decine – ha concluso -. Adesso il rischio è che a un naufragio ne segua un altro e che ci si abitui, che l’indignazione ceda alla rassegnazione. Tutto possiamo permetterci oggi tranne il silenzio». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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