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Catania, mazzette sull’appalto dei rifiuti: tre arresti e 6 indagati

Di Redazione |

Sono in tutto sei i provvedimenti cautelari notificati stamane dalla Dia di Catania ad altrettante persone nell’ambito di una inchiesta sulle presunte irregolarità nella gestione, in regime di prorogatio, dell’appalto da 350 milioni sulla raccolta dei rifiuti a Catania.

I provvedimenti sono stati firmati dal Gip di Catania su richiesta della Procura etnea e notificati dal personale della DIA di Catania, diretta da Renato Panvino, con il supporto dei Centri Operativi di Roma, Milano, Reggio Calabria e Caltanissetta, nonché della Sezione Operativa di Messina e del II Reparto di Roma. I provvedimenti sono stati emessi nei confronti di imprenditori e funzionari del Comune di Catania.

In carcere è finito Antonio Deodati, 56 anni, imprenditore romano, comproprietario della I.P.I. s.r.l. affidataria con la Oikos fino al maggio dell’anno scorso del servizio di igiene pubblica del Comune di Catania. Deodati è stato anche socio fino al marzo del 2017 della Eco.Car affidataria insieme alla Senesi S.p.A. del servizio di raccolta, spazzamento, trasporto e smaltimento dei rifiuti del Comune di Catania, a partire dal maggio del 2017. Deodati è anche vicepresidente del Consorzio Seneco ed è accusato di turbativa d’asta e corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio.

In carcere è finito anche Orazio Stefano Fazio, 64 anni, responsabile dei “Servizi Esternalizzati” della Direzione Ecologia ed Ambiente del Comune di Catania nonché direttore della esecuzione del contratto per i servizi di spazzamento, raccolta e trasporto allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e altri servizi di igiene pubblica del Comune di Catania a cui sono contestati i reati di turbativa d’asta e e corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio.

Ai domiciliari sono invece finiti Antonio Natoli, 46 anni, ex dipendente della I.P.I., che si è occupata con la Oikos del servizio di igiene pubblica del Comune di Catania, e poi dipendente del Consorzio SENECO, costituito tra le società senesi e Eco.car attuali affidatarie del servizio di raccolta, spazzamento, trasporto e smaltimento dei rifiuti del Comune di Catania, cui vengono contestati i reati di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio.

Interdizione per dodici mesi dall’esercizio di uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese, nello specifico, l’ufficio di amministratore, sindaco, liquidatore, direttore generale e dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari, nonché ogni altro ufficio con potere di rappresentanza della persona giuridica o dell’imprenditore per altre due persone: Francesco Deodati, 51 anni, amministratore unico della Eco.Car (cugino di Antonio Deodati) a cui viene contestato il reato di turbastiva d’asta e Massimo Rosso, 54 anni, direttore della direzione “Ragioneria Generale – Provveditorato ed Economato” del Comune di Catania nonché presidente del Consiglio di Amministrazione della S.R.R. di Catania area metropolitana, cui viene contestato il reato di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio.

Sospensione per un anno dal pubblico ufficio, per lo stesso Massimo Rosso e per Leonardo Musumeci, 34 anni, direttore della Direzione Ecologia ed Ambiente del Comune di Catania; Responsabile Unico del Procedimento per l’affidamento del Servizio di spazzamento, raccolta e trasporto allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani differenziati e indifferenziati, compresi quelli assimilati, e altri servizi di igiene pubblica all’interno dell’ARO Città di Catania, cui viene contestato il reato di turbativa d’asta.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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