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Pantelleria, rogo quasi domato Ma ora si contano i danni

Pantelleria, rogo quasi domato Ma ora si contano i danni

Dopo quattro giorni l'incendio doloso che ha divorato una vasta area boschiva e di macchia mediterranea sull'isola di Pantelleria è sostanzialmente domato. Venerdì comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica

Di Redazione |

Da Montagna Grande a Cuddia Attalora resistono pochi focolai, pronti a ripartire quando il vento riprende a soffiare. Ma dopo quattro giorni Pantelleria non brucia più. I Canadair hanno concluso la loro missione. Restano gli scheletri degli alberi divorati dal fuoco, le tracce dei sentieri battuti dagli appassionati di trekking e ormai impraticabili, un panorama desolante di una natura piegata dall’opera di incendiari che si oppongono all’istituzione di un parco nazionale. Pantelleria aspetta che l’emergenza finisca, e pare che sia proprio finita, per contare i danni.

Nel conto non c’è solo il disastro di 600 ettari di boscaglia e di macchia mediterranea distrutti ma anche le incertezze di una stagione turistica compromessa. Ma l’isola rivendica con orgoglio il valore del suo patrimonio. “Ricostruiamo la bellezza di Pantelleria. Il governo intervenga subito” è il messaggio lanciato sui social da Agorà, nella quale si ritrovano i “giovani accomunati dall’amore per Pantelleria”. Sono loro a lanciare ora una petizione on line #SavePantelleria per una raccolta di firme da inviare a Matteo Renzi e ai ministri Maurizio Martina (Politiche agricole) e Gian Luca Galletti (Ambiente). “Tutto quello che ci teneva legati a questo piccolo scoglio nel mare – scrivono – sta andando in fumo”.

Ma la vita riprenderà subito, avverte il sindaco Salvatore Gabriele che richiama il “senso di appartenenza” e le “bellezze risparmiate dal disastro” per progettare il futuro. Gabriele torna a denunciare l’azione criminale degli incendiari ma anche l’immobilismo “di chi ostacola la crescita di un territorio” che pensa invece di promuovere “sviluppo e cultura”. Elenca le risorse dell’isola, i terrazzamenti, le viti ad alberello patrimonio Unesco, le zone balneari, i siti termali. E assicura che le aziende vitivinicole e le strutture turistiche sono già “pronte ad accogliere i turisti”. A questo penseranno i panteschi ma, come segnala il sindaco nell’ordinanza con cui chiede lo stato di emergenza, ora bisogna pensare a riparare i danni, a ricostruire le infrastrutture a rete e a mettere in sicurezza strade e sentieri.

Quasi tutte le località di interesse turistico sono state toccate dall’incendio: oltre a Montagna Grande e Cuddia Attalora, le fiamme hanno investito anche Fossa del Russo, Dietro l’isola, Benicolao, Kassà-Karebi, Favarelle, Costone di Serraglia. Sono luoghi molto apprezzati e carichi di storia. Sullo sfondo circola qualche polemica come quella innescata dalla deputata del M5s Valentina Palmeri che, accanto al rammarico per la scomparsa di ettari di macchia mediterranea, esprime la “rabbia per la lentezza con cui sono partite le operazioni di spegnimento” e si chiede: “Ma Crocetta dov’è?”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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