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Fontanarossa e Camere di Commercio:

Fontanarossa e Camere di Commercio: ecco chi vincerà la doppia partita

L’asse Crocetta-Montante-Agen verso un accordo

Di Mario Barresi |

CATANIA –  Scelta del Cda e dell’amministratore delegato, ma soprattutto scenario futuro della privatizzazione. Oggi il mazzo di carte, sul delicatissimo tavolo da poker della Sac, è nelle mani di Rosario Crocetta. In attesa dell’avvio, a meno di scossoni giudiziari, dell’era di Pietro Agen, che sarà il presidente della super Camera di Commercio della Sicilia orientale, futura azionista di maggioranza (62,5%) della società di gestione dell’aeroporto di Catania. Crocetta e Agen non si sono mai amati, ma sempre rispettati. E, oggi più che mai, l’anello di congiunzione fra il governatore e il presidente regionale di Confcommercio è il presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante. Che, in apparenza piuttosto disinteressato alle vicende aeroportuali sotto il Vulcano, gusta il piatto freddo più atteso: la vendetta sull’amico-nemico Ivan Lo Bello, passato – in poche settimane – da dominus del sistema camerale e dell’aeroporto a quasi “appestato”, che in questa partita rischia davvero di non toccare palla.

Questo è lo scenario, stravolto dalla doppia clamorosa decisione di Crocetta: stop alla quotazione in Borsa di Sac e via libera alle elezioni delle CamCom commissariate. E all’orizzonte c’è una scadenza ben precisa. Entro il 30 giugno, come ricordato dall’ad Gaetano Mancini, Sac deve approvare il bilancio consolidato e rinnovare il Cda, oggi presieduto da Totò Bonura. Cosa succederà? Se si dovesse votare con gli equilibri attuali, la scelta spetta Crocetta. Che, attraverso i suoi commissari (Camera di Catania, ex Provincia di Siracusa e Irsap) controlla il 62,5% delle azioni: 5 quote su 9. Le restanti, ognuna del valore del 12,5%, sono di Città metropolitana di Catania (con il grande esordio di Enzo Bianco), CamCom Ragusa (Peppino Giannone, oppositore dell’attuale Sac, amico di Agen e dialogante con Crocetta) e CamCom Siracusa, presieduta da Lo Bello.

Crocetta ha i numeri per fare tutto da solo. Ma, come annuncia in un’in – tervista a Tony Zermo nella pagina seguente, vuole coinvolgere almeno due interlocutori: il sindaco Bianco (anche per innervosire Davide Faraone) e Vito Riggio, presidente dell’Enac, che pressa più di tutti per la privatizzazione di Sac, che ha in cassa soltanto 40 (gli altri 40 li ha già spesi per altro) dei 165 milioni del piano di investimenti concordato con l’ente titolare che ha dato alla società la concessione per gestire Fontanarossa. Riggio, in prima fila alla convention di Sicilia Futura di Totò Cardinale, potrebbe vedere di buon occhio il grande ritorno di Nico Torrisi, ex ad “defenestrato” dall’attuale corso di Sac, legatissimo all’altro leader di Sf, Nicola D’Agostino.

La nomina di Torrisi, presidente di Federalberghi Sicilia ed ex assessore di Crocetta (con il quale è rimasto in ottimi rapporti), non dispiacerebbe neanche a Bianco. Che, oltre a liberarsi di un potenziale rivale per Palazzo degli Elefanti, rafforzerebbe i traballanti numeri della sua attuale maggioranza in Consiglio. L’accordo sarebbe avallato dal ragusano Giannone (presidente Sac all’epoca di Torrisi), in questo momento schierato dalla parte di Agen.

Un altro nome-choc che circola in queste ore è quello di Antonio Fiumefreddo. Fedelissimo di Crocetta, ma anche avvocato e amico di Lo Bello, in queste ore l’amministratore unico ha provato (con scarsi risultati) a ricucire lo strappo fra il governatore e il presidente di Unioncamere. Potrebbe essere l’uomo della pace in una società che già conosce bene, in quanto a capo dell’organismo di vigilanza Sac? Forse, in teoria. Oppure è una mossa azzardata? Crocetta magari ci penserà, ma tenendo conto della totale ostilità di Montante (uno dei più influenti “signor no” all’epoca della nominalampo di Fiumefreddo come assessore), oltre che di Bianco e di Agen. Anche perché le eventuali nomine a breve scadenza dovrebbero tener conto dello scenario futuro.

Dopo che Crocetta ha premuto il tasto “on” sulle elezioni delle Camere di Commercio siciliane, si configura già (con 18 voti sui 30 grandi elettori) la vittoria di Agen nella corsa alla presidenza della super CamCom della Sicilia orientale. Un risultato scontato a cui guarda, con favorevole interesse, il sottosegretario Ncd Giuseppe Castiglione, molto legato ad Agen oltre che strenuo difensore dell’attuale commissario camerale Alfio Pagliaro, avversato da Lo Bello&C. Adesso il punto è: meglio l’uovo oggi o la gallina domani? Se Crocetta dovesse scegliere il primo, può già fare quello che vuole. Se optasse per la seconda, allora sarebbe necessario un accordo più ampio. Magari con un piano già delineato: vertici Sac di transizione, fino alla nuova super CamCom (a settembre?) con tutto il tempo per un accordo definitivo.

Dove sarà centrale Agen, più che mai in sintonia con Montante, il quale agli amici continua a dire che «sull’aeroporto di Catania non so nulla». Ma si riproporrebbe anche l’asse Bianco-Castiglione. Tutto deciso? Non proprio. Perché in mezzo potrebbe mettersi la magistratura. Le due indagini della Procura di Catania sulle Camere di Commercio (sui bilanci e sugli iscritti gonfiati) è tutt’altro che archiviata. Al lavoro, in silenzio, un pm-mastino come Pasquale Pacifico. Dall’inchiesta trapelano riscontri interessanti. E fors’an – che un certo fastidio per la brusca accelerazione della Regione sulle elezioni camerali. Quanto basta per un nuovo clamoroso colpo di scena?

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