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Catania-Ragusa, c’è il primo via libera al progetto “low cost”

Di Mario Barresi |

Catania. Garanzia di una migliore viabilità alternativa “gratuita”, ma sopratutto un maxi-sconto (oltre il 27%) sull’ultimo pedaggio fissato. Sono le due condizioni che cambiano tutto.

Semaforo verde alla Ragusa Catania low cost. Un via libera informale, ma di fatto sostanziale. Col placet della Regione, che ci mette parte dei soldi. Ma anche con un giudizio positivo da parte del Consiglio superiore dei Lavori pubblici.

Ieri s’è consumato un passaggio importante per la Ragusa-Catania. Oltre tre ore e mezza di confronto, a Roma, con la commissione tecnica che ha il compito di istruire il progetto dell’autostrada portandolo sul tavolo dell’assemblea generale del Consiglio superiore dei lavori pubblici. La quale, venerdì 20 aprile, è chiamata a dare il parere sul progetto definitivo della Ragusa-Catania. «Sarà espresso un parere favorevole», annuncia Marco Falcone, qualche minuto prima di salire sul volo di ritorno da Roma. L’assessore regionale alle Infrastrutture e ai Trasporti ha preso parte all’incontro fra la commissione tecnica (presieduta da Giovanni Ievolella) e i vertici della Sarc, società del gruppo Bonsignore concessionaria della Catania-Ragusa. E l’assessore Falcone, da sempre piuttosto freddo sul progetto concepito dai privati, stavolta è (tiepidamente) ottimista. «Abbiamo ascoltato la relazione del concessionario Sarc sul progetto definitivo. La Regione, che sulla superstrada dovrà investire 366 milioni, ha dato parere positivo al progetto definitivo. Che, così com’è stato concepito, ritengo potrà avere il via libera dal “parlamentino” nazionale dei Lavori pubblici».

Ma cos’è cambiato per trasformare le perplessità in (quasi) entusiastica approvazione? «Sul tavolo il gruppo Bonsignore ha messo due novità decisive, rispondendo alle precise sollecitazioni ricevute direttamente dal presidente Musumeci», dice l’assessore. Il riferimento è per prima cosa alla «garanzia di un percorso alternativo agli automobilisti che non vorranno utilizzare la strada a pagamento». Nel c’era già la «realizzazione di viabilità secondarie per un totale di 51,7 Km per la ricucitura della viabilità interferita e per i raccordi della viabilità esterna agli svincoli». Nella relazione di ieri, rivela Falcone, il concessionario ha proposto «un tracciato alternativo meno difficoltoso e frammentario».

Ma il punto di svolta è la modifica sul piano finanziario. Nel primo progetto la Ragusa-Catania costava 1,3 miliardi “chiavi in mano”. Nella seconda versione l’impatto è sceso a 815 milioni. Nel progetto definitivo illustrato ieri a Roma la cifra messa sul tavolo è di circa 690 milioni. «Un’economia di scala dovuta anche all’ulteriore riduzione del nuovo tracciato fuori dall’asse dell’attuale Statale», commenta l’assessore. Che ha pure apprezzato lo «sforzo del concessionario che ha incrementato l’investimento diretto da 133 a 280 milioni, riducendo il ricorso al finanziamento delle banche». Sui conti la Sarc era stata chiara, parlando di «un’opera finanziariamente sostenibile», con un piano economico-finanziario in linea con «requisiti di legge» e «aspettative dei mercati», basato su una solida «disponibilità di risorse» aziendali.

Il principale effetto di questa nuova impostazione è l’applicazione di un piano di pedaggi più basso. Ben lontano dai 18 euro per l’intera tratta inizialmente denunciato dallo stesso Falcone. Ma con un’ulteriore riduzione, del 27,5%, anche rispetto all’ultimo Pef (Piano economico finanziario), depositato dal concessionario al ministero delle Infrastrutture nel dicembre 2017, con la previsione di una tariffa di 0,18 euro al chilometro e un pedaggio massimo di 12,2 euro per i 68 chilometri del tragitti complessivo. A conti fatti si scenderebbe a 8,7 euro per andare da Ragusa a Catania o viceversa: circa 13 centesimi a chilometro. «Un riscontro fondamentale – commenta Falcone – perché riguarda i costi che dovranno affrontare soprattutto i siciliani».

E ora che succede? Dopo il parere favorevole del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, la palla passerà al ministero dell’Economia che dovrà esprimere una valutazione di sostenibilità. L’ultima parola sull’approvazione del progetto definitivo spetterà al Cipe. E poi i tempi li detterà il concessionario, con la predisposizione del progetto esecutivo.

Ma l’assessore Falcone annuncia una potenziale novità: «Tenuto conto che per questi passaggi trascorreranno alcuni mesi, la Regione potrebbe aver concluso il progetto di risanamento e rilancio del Cas, che potrebbe entrare in campo assicurando un ulteriore abbassamento delle tariffe e la liquidità per migliorare i livelli di staticità, bitumazione e sicurezza in caso di eventi franosi i cui standard minimi sono comunque garantiti dal progetto esecutivo». E l’Anas potrebbe essere della partita? Falcone risponde alla domanda con un’altra domanda: «E perché no?».

Twitter: @MarioBarresi

(Nelle foto il rendering virtuale di un tratto della superstrada Ragusa-Catania, affidata alla concessionaria Sarc del gruppo Bonsigore, che dovrà costuirla e gestirla)

La scheda. Il corridoio autostradale Ragusa-Catania interessa le Province di Ragusa, Catania, Siracusa e i Comuni di Ragusa, Chiaramonte Gulfi, Licodia Eubea, Vizzini, Francofonte, Lentini e Carlentini. Il progetto di Sarc (Società Autostrada Ragusa Catania) prevede la realizzazione del collegamento autostradale Ragusa–Catania con ammoderna-mento a quattro corsie con sezione di categoria “B” di larghezza minima pari a 22 metri, della Statale 514 e della Statale 194, dallo svincolo con la Statale 115 allo svincolo con la Statale 114, per uno sviluppo di 68,6 km.

Il tracciato si sviluppa prevalentemente in sovrapposizione alle due statali e in minima parte su nuovo sedime. Si prevede l’adeguamento degli svincoli esistenti e la realizzazione di nuovi per un totale di 10 svincoli oltre all’interconnes-sione terminale con l’autostrada Catania-Siracusa.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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