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Gela, sgominata banda del “cavallo di ritorno”: 9 arresti

Di Redazione |

GELA – Utilizzavano il cosiddetto metodo del “cavallo di ritorno” per restituire ai legittimi proprietari, in cambio di denaro, le moto rubate giorni prima. Ma sono stati scoperti e arrestati. E’ finita così in carcere la gang di Gela (Caltanissetta) specializzata in furti, estorsioni e ricettazione. Sono nove i provvedimenti restrittivi eseguiti all’alba di oggi dagli agenti del commissariato di Gela, su disposizione della Procura nell’ambito dell’inchiesta denominata “Cavallo di ritorno”. Gli investigatori hanno scoperto un giro di motocicli e ciclomotori che venivano rubati per poi essere assemblati su altri mezzi o restituiti, dietro il pagamento di una somma di denaro, ai legittimi proprietari. Nessuna delle vittime si rivolgeva alle forze di polizia per denunciare il furto, che veniva restituito solo dietro il pagamento di denaro. Per alcuni di loro adesso si profila il reato di favoreggiamento.

Sono tutti giovanissimi, figli di pregiudicati di Gela, i nove imputati dell’inchiesta «Cavallo di ritorno», otto dei quali, durante la notte, sono stati arrestati dalla polizia per furto, estorsione e ricettazione. Tre, i presunti vertici del gruppo, sono stati rinchiusi in carcere. Sono Gaetano Alferi, di 21 anni, Nicola D’Amico, di 25, e Pasquale Trubia, di 21 anni. Ai domiciliari sono finiti gli altri cinque: Emanuele Armando Ferrigno, di 20 anni, Giovanni Di Maggio, di 19, Salvatore Alma, di 22 anni, Mirko Gaetano Dammaggio, di 24 e Ivan Iapichello, di 22 anni. Il nono complice viene ancora ricercato.

Come detto, rubavano ciclomotori e moto di grossa cilindrata che poi restituivano ai proprietari dietro pagamento di una tangente media di circa 300 euro. Dei casi esaminati nelle indagini, nessuna delle vittime avrebbe inteso collaborare con gli inquirenti. Sedici sono state perciò denunciate per favoreggiamento personale.

Ma il fenomeno avrebbe dimensioni molto inquietanti. Secondo gli inquirenti sarebbero almeno 200 i furti di ciclomotori che avvengono mensilmente a Gela e quasi tutti i mezzi rubati vengono ritrovati misteriosamente dopo alcune ore, al massimo qualche giorno. Facile calcolare la consistenza del giro d’affari della banda il cui covo si trovava in un garage delle palazzine popolari di contrada Scavone, alla periferia ovest di Gela. Gli agenti del commissariato hanno identificato, pedinato e filmato varie operazioni di furto delle moto, di assemblaggio dei pezzi smontati, di riciclaggio e di estorsione.

I particolari dell’operazione nel corso di una conferenza stampa, che si terrà alle 11 di oggi, nella sala conferenze del Commissariato di Gela, alla presenza del procuratore Fernando Asaro e del vice questore Francesco Marino.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA