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«A Vittoria voto di scambio con la mafia»

«A Vittoria voto di scambio con la mafia» Perquisizioni al Comune e nei comitati elettorali

Guardia di Finanza nelle sedi dei candidati di Moscato e Aiello Inchiesta sulle elezioni, indagati aspiranti consiglieri comunali

Di Redazione |

VITTORIA Nove persone sono  indagate per voto di scambio con la mafia nell’ambito di  un’inchiesta della Dda della Procura di Catania sulle elezioni  comunali di Vittoria, nel Ragusano. Militari della guardia di Finanza del comando provinciale del capoluogo etneo hanno  eseguito perquisizioni e acquisito atti negli uffici del Comune e anche nelle segreterie dei due candidati al ballottaggio per il ruolo di sindaco, Giovanni Moscato (ex Fdi) e Francesco Aiello (Sicilia Futura).

L’inchiesta riguarderebbe l’attuale tornata elettorale e altre comunali a Vittoria. Tra gli indagati ci sarebbero diversi candidati a sindaco e al consiglio comunale. Il fascicolo è stato aperto sulle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, Avila e Gravina, che hanno ricostruito scenari di voto di scambio con ambienti mafiosi. La Dda della Procura di Catania ha delegato le indagini a militari della guardia di finanza del nucleo di polizia tributaria del comando provinciale del capoluogo etneo. A Vittoria domenica c’è il secondo turno di voto amministrativo per l’elezione, al ballottaggio, del sindaco.

«Ho fatto l’intera campagna elettorale di queste amministrative denunciando – afferma Francesco Aiello – È incredibile ritrovarsi indagato con gente che ho denunciato e contro i quali ho perso cause di diffamazione, ma l’avviso di garanzia mi protegge anche se mi nausea riceverlo insieme a queste persone. È strano essere “avvisato” a tre giorni dal voto, ma è un agire della magistratura»

Tra gli indagati dalla procura della Direzione distrettuale antimafia di Catania anche il sindaco uscente di Vittoria, Giuseppe Nicosia, che dopo due mandati dal 2006 al 2016 sta lasciando la carica. Lui conferma di aver ricevuto l’avviso di garanzia e ha ritenuto doveroso informare la cittadinanza. 
«La cosa mi lascia basito e addolorato – dice Nicosia – pur nella assoluta certezza che si tratti di calunnie che, al vaglio della magistratura, nella quale ripongo piena fiducia, non potranno che rivelarsi come tali, e non potranno che scontrarsi con l’ultraventennale attività professionale da me svolta in favore delle vittime della criminalità, nonché con le decine di azioni giudiziarie intentate contro esponenti dei clan mafiosi, dai quali è naturale aspettarsi vendette, anche attraverso false accuse. Queste calunnie che riprendono vecchie accuse sono state ampiamente chiarite e superate dalla magistratura. In questi dieci anni sono stato un argine di legalità, e ho rappresentato l’ente in ogni sede, penale e civile, contro i clan mafiosi della città».
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