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Il racconto di una delle vittime: volevo fuggire ma non potevo

Il racconto di una delle vittime: volevo fuggire ma non potevo

L'inchiesta della Guardia di Finanza di Palermo è scaturita dalla testimonianza di una giovane nigeriana che già in Libia aveva capito quale sarebbe stato il suo futuro

Di Redazione |

PALERMO – L’indagine della Guardia di Finanza che ha portato all’arresto quattro extracomunitari con l’accusa di tratta di esseri umani e sfruttamento della prostituzione è scaturita dal racconto di una giovane nigeriana di 26 anni che in Libia aveva intuito quale sarebbe stato il suo futuro: quello di prostituirsi per pagare il debito di 30 mila euro contratto con i trafficanti. Una volta arrivata a Lampedusa e trasferita ad Agrigento, doveva contattare un connazionale che era il primo anello di una catena che avrebbe portato la donna a Reggio Calabria dove sarebbe stata costretta a prostituirsi.

 «In Libia – ha raccontato la testimone – mi sono trovata rinchiusa in una casa, assieme ad altre ragazze. Ho capito a cosa stavo andando incontro. Volevo fuggire, ma non potevo. Mi dissero che sarei dovuta andare in Sicilia. E così è stato. Appena arrivata con un barcone, però, sono fuggita».

Nel corso dell’operazione sono state liberate altre due nigeriane. Tutte e tre si trovano adesso in località protetta e hanno iniziato una nuova vita. Per i finanzieri del Gico quella scoperta è una delle tante organizzazioni che operano nel territorio italiano. Una vera industria della prostituzione dove ci sono piccoli e grandi imprenditori del sesso senza scrupoli che, utilizzando come arma di ricatto anche riti voodoo, sfruttano le donne che arrivano in Italia sperando di potere trovare un lavoro.  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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