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L'INCHIESTA

Spiagge, Sicilia incassa 8 mln per 1200 km In Romagna 20 milioni per 200 km di costa

Dalla Plaia a Naxos canoni stracciati anche per i lidi più grandiL'assessore regionale Croce: «Pronti a bandi pubblici in trasparenza»

Di Daniele Ditta |

PALERMO. Dai canoni per le spiagge date in concessione la Regione guadagna poco: l’incasso si aggirerebbe attorno agli 8 milioni di euro, anche se sulla carta dovrebbe essere più del doppio. La svolta – leggasi maggiori introiti – potrebbe arrivare quando le concessioni verranno rimesse all’asta, come stabilito dalla sentenza della Corte di Giustizia europea, che ha “bocciato” la proroga automatica fino al 31 dicembre 2020. Al momento non c’è una stima del guadagno potenziale, ma coi criteri già introdotti per le nuove concessioni (che tengono conto, tra l’altro, degli investimenti sostenuti dai privati e dei servizi offerti) la Regione punta ad incrementare i proventi. I canoni delle concessioni oscillano in media tra 0,90 e 1,50 euro a metro quadrato. Con una tariffa di 0,01 euro a mq esclusivamente per gli spazi affidati alle forze dell’ordine.

In generale, il canone imposto dalla Regione varia in base alla “valenza turistica” del litorale: “alta” (tra cui Catania, Palermo, Messina, Taormina, Siracusa, Marina di Ragusa, Sciacca e tutte le isole minori), “media” (Pozzallo, Marina di Modica e Milazzo, ad esempio) e “bassa” (Gela, Priolo, Fiumefreddo, Licata per citarne alcune). In totale la Sicilia ha 1.200 chilometri di costa (di cui 900 balneabili) ma, come dicevamo, incamera somme tutt’altro che cospicue in relazione anche ad altre Regioni cui la natura ha dato meno. L’Emilia Romagna per esempio, che ha solo 200 chilometri di spiagge, raccoglie la ragguardevole cifra di 20 milioni di euro. Tra lidi, ristoranti e bar in Sicilia ci sono circa 9mila privati che operano sul demanio marittimo.

La “fetta” più consistente di aree in concessione è appannaggio degli stabilimenti balneari. I quali hanno nel tempo pagato canoni vantaggiosi a fronte di concessioni di una certa rilevanza. A Catania è il caso del Lido Azzurro (44.858 euro per oltre 50mila metri quadri di area in concessione), del Villaggio turistico europeo (25mila euro per 33mila metri quadri) e del Lido America (18.550 euro per 22.500 metri quadri); a Palermo su tutti si può citare la Mondello Italo-Belga (42.314 euro l’anno per 39mila metri quadri); a Giardini Naxos lo stabilimento Cacciola (17.142 euro per 13.500 metri quadri) e via via altri più piccoli come nel Siracusano, a Fontane Bianche, il Lido Sayonara (10mila euro l’anno per 7.240 metri quadri). Tutte concessioni che ora, con la sentenza della Corte di Giustizia europea, sono in discussione. Il Tribunale del Lussemburgo ha messo nero su bianco che «le concessioni sulle spiagge vanno messe a gara» perché finora la legge italiana «ha impedito di effettuare una selezione imparziale e trasparente dei candidati».

In Sicilia una recente norma aveva già stabilito che le nuove concessioni sarebbero state affidate tramite avviso pubblico. In tutto sono 1.800 le aree che la Regione può ancora assegnare, in aggiunta a quelle già affidate che verranno rimesse all’asta verosimilmente a partire dal 2018. «Se dovesse passare la soluzione-ponte allo studio del governo nazionale – dice l’assessore al Territorio e all’Ambiente, Maurizio Croce – questo anno e mezzo sarà propedeutico alle gare». La sentenza della Corte Ue ha inoltre sottolineato che i bandi devono essere «adeguatamente pubblicizzati». E qui si apre la questione trasparenza. La Regione, nei suoi vari gangli, finora non ha sempre garantito che la pubblicazione dei bandi di gara raggiungesse in modo capillare il maggior numero di cittadini possibile. In Sicilia, dove la connessione ad internet in molte zone latita, i quotidiani cartacei rappresentano l’unico mezzo di comunicazione di massa in grado di assicurare su larga scala la trasparenza degli atti emanati dalla pubblica amministrazione. Nel caso specifico delle concessioni demaniali, il richiamo alla trasparenza della Corte di Giustizia europea è più che un monito.

A tal proposito, l’assessore Croce tiene a sottolineare che per gli avvisi pubblici di sua competenza ha «sempre garantito la pubblicazione come da legge» e promette che farà «lo stesso anche quando verranno messe all’asta le concessioni demaniali. Per quanto riguarda i giornali cartacei provvederemo alla pubblicazione su almeno due quotidiani regionali ed uno nazionale».  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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