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Mezza Sicilia sotto i rifiuti. Emergenza

Mezza Sicilia sotto i rifiuti. Emergenza nell’isola tra roghi e cumuli di immondizia

Il presidente della Regione Crocetta convoca i sindaci del palermitano

Di Giuseppe Bianca |

Palermo –  Le responsabilità si incrociano, i problemi si sovrappongono, le soluzioni, al momento, non si vedono. Rischia di diventare insostenibile l’emergenza rifiuti in Sicilia che non risparmia polemiche, né strascichi. Da Legambiente ad Anci Sicilia. Un coro di disagio per la situazione dei territori coinvolti. Le difficoltà di smaltimento di Trapani e Lentini rispetto ai volumi conferiti stanno paralizzando di fatto il sistema, vicinissimo al collasso.

Crocetta minaccia la requisizione della discarica di Siculiana e dell’impianto di trattamento biologico di Bellolampo, ma intanto incombe la  quotidianità, difficile da gestire. Si parte dalla provincia di Palermo dove nella notte tra venerdì e ieri i vigili del fuoco sono stati impegnati in alcune strade di Carini per spegnere gli incendi di cumuli di spazzatura non raccolta. Diversi roghi sono stati spenti lungo la statale 113. I pompieri hanno impiegato alcune ore prima di mettere in sicurezza la zona e scongiurare che le fiamme si propagassero anche alle sterpaglie mettendo a rischio le abitazioni e le fabbriche nella zona industriale. Il sindaco di Carini, Giovì Monteleone, ha chiesto l’intervento dell’esercito.

Il sindaco di Bagheria, Patrizio Cinque, aveva  firmato un’ordinanza con la quale si istituitiva il divieto assoluto per ogni cittadino bagherese di gettare sacchetti di rifiuti presso i cassonetti presenti in città o di posizionarli nelle consuete zone fuori casa per la raccolta differenziata. Al Comune della provincia di Palermo non viene consentito di scaricare nella discarica di Bellolampo. Oltre a questo, gli autocompattatori bagheresi, assieme a circa un altro centinaio di mezzi di altri Comuni, sono rimasti fuori dai cancelli della discarica catanese, dove non hanno potuto scaricare. Il sindaco di Bagheria, Patrizio Cinque, ha quindi dichiarato: «È emergenza ambientale in piena estate, e intendiamo andare con gli autocompattatori davanti a Palazzo D’Orleans per richiamare l’attenzione mediatica e del governo al fine di trovare una soluzione condivisa ad un problema che la Regione Sicilia non può e non sa più affrontare». Oggi Cinque, ha disposto che da domani sera, a partire dalle 19 si potrà riprendere a gettare i rifiuti «ma – dice – i cassonetti per la raccolta mano mano, già da martedì spariranno dalla città».   «E’ come se la Sicilia fosse stata colpita da un evento calamitoso – afferma -. Stiamo lavorando per aumentare la raccolta differenziata, attività alla quale negli anni passati non si è mai lavorato seriamente, vogliamo eliminare tutti i cassonetti e organizzare la raccolta porta a porta generalizzata ma da soli i Comuni non ce la fanno occorre prendere decisioni risolutive, veloci e condivise». 

L’assessore Contrafatto dal canto suo precisa: «Non si vieta discrezionalmente l’ingresso a Bellolampo, ma piuttosto non si può. Dall’1 luglio l’impianto avrebbe dovuto trattare 1.500 tonnellate di rifiuti ed invece si ferma a 900. È un problema di mancato avvio dell’impianto di trattamento meccanico-biologico di Bellolampo». L’assessore comunque completa: «Vorrei invitare tutti a non incorrere nel facile rischio di strumentalizzare questa vicenda e ad un senso di responsabilità che le istituzioni  in questo momento non possono non avere». Contrafatto  ieri si è confrontata a lungo con il dirigente generale del dipartimento Acqua e rifiuti, Pirillo. Tra le ipotesi vagliate per abbassare e contenere il volume dei rifiuti, quella di  una nuova ordinanza che vieti per un periodo limitato il conferimento di vetro, carta e cartone, limitandosi solo al rifiuto organico. 

«Anche La Sicilia orientale sta collassando – ha aggiunto Paolo Amenta, vice presidente Anci Sicilia – e questo, ovviamente è dovuto al fatto che la Sicilia occidentale per la quasi totalità viene a scaricare a Lentini. Le discariche disponibili al momento sono solo tre: oltre a Lentini, Bellolampo e Trapani. Il tavolo che chiediamo come Anci Sicilia non deve servire ad attribuire responsabilità o a fare il solito scarica barile, ma piuttosto dovrà servire a dimostrare ai siciliani che le istituzioni sono in grado di dare risposte concrete ai cittadini sia sul versante dei rifiuti che in altri ambiti, come quello, solo per fare un esempio, legato alla gestione delle acque». Duro Nello Musumeci, leader dell’opposizione all’Ars e del movimento #DiventeràBellissima: «Chiedo che il governo riferisca in Aula su quanto sta accadendo nell’Isola, perché siano individuate in modo inequivocabile le responsabilità della politica ed eventualmente, della burocrazia regionale. Valuteremo, a questo proposito, se presentare una mozione di sfiducia e una mozione di censura verso quei dirigenti che dovessero essere individuati come responsabili».

E intanto oggi pomeriggio il presidente Crocetta ha indetto un incontro urgente con i sindaci del palermitano ai «quali si impedisce di conferire i rifiuti nella discarica di Bellolampo». «Ho convocato – aggiunge – anche i responsabili delle tre discariche di Bellolampo, Lentini e Siculiana. Ho emesso un’ordinanza ai primi di giugno che non viene rispettata. La Rap che gestisce la discarica palermitana nonostante abbia i sistemi di biostabilizzaizione adeguati si rifiuta di fare scaricare altra immondizia». Crocetta ricorda che «la Rap dipende dal comune guidato dal sindaco Orlando che da un lato organizza le proteste e dall’altro ostacola la soluzione del problema». Il presidente sottolinea inoltre «i comuni sono tenuti a far rispettare le norme per la raccolta differenziata e in caso contrario possono decadere dalla carica». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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