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Palermo commossa commemora le stragi, Mattarella: «Sconfiggeremo la mafia»

Di Valentina Roncati e Simona Licandro |

PALERMO – E’ stato dedicato agli uomini e alle donne delle scorte, gli “angelI” di Falcone e Borsellino, il 26° anniversario delle stragi di Capaci e di via D’Amelio, Le cui celebrazioni sono iniziate ufficialmente ieri con la partenza della Nave della Legalità, con mille ragazzi a bordo, da Civitavecchia, alla presenza del capo dello Stato, Sergio Mattarella. «La mafia verrà sconfitta», è la convinzione del presidente della Repubblica, che oggi ricorda come «con mezzi disumani la mafia ha perseguito e ancora persegue finalità eversive. Falcone ci ha dimostrato che la civiltà, la legalità, la Costituzione, possono prevalere su chi le minaccia e vuole destabilizzarle».

La verità giudiziaria sulle stragi non è completa e ancora va fatta piena luce su aspetti inquietanti di quella stagione, è stato il senso di numerosi interventi. «L’abitudine all’insabbiamento è qualcosa che dobbiamo definitivamente interrompere. Deve esserci una verità definitiva», ha scandito il presidente della Camera, Roberto Fico, che ha citato anche il caso Regeni. «Lo Stato italiano – ha detto – deve dare tutta la sua collaborazione per la ricerca della verità. Un Paese che non ricerca la verità è un Paese che si ripiega su se stesso». Sulle stragi «un altro pezzo di strada va fatto e va fatto fino in fondo», ha spronato anche il vice presidente del Csm, Giovanni Legnini.

Federico Cafiero De Raho, il procuratore nazionale antimafia, ha sferzato la politica «che fino ad oggi, anche nelle campagne elettorali, non ha tenuto in alcun conto la priorità della mafia. E’ un tema che non deve essere richiamato solo quando c’è una commemorazione come questa». Per l’ex procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, che per tanti anni ha lavorato al fianco di Falcone, «ci sono ancora tante cose che dobbiamo accertare, tanti misteri intorno alle stragi. La storia dei nemici della mafia uccisi solo dalla mafia ha bisogno di altre importati acquisizioni». Nel suo intervento il capo della polizia Franco Gabrielli ha ricordato il valore prezioso e silenzioso degli uomini delle scorte.

Tanti poi gli interventi che si sono succeduti sul palco, all’Aula Bunker di Palermo, da quello della presidente della Fondazione Falcone, Maria Falcone, a quello del giudice Giuseppe Ayala, che ha ricordato la figura delicata e intelligente di Francesca Morvillo, moglie di Falcone, di cui era grande amico. Emozionata la ministra Valeria Fedeli, che ha ricordato come le mafie «distruggono la vita, la libertà e la dignità».

Il ministro dell’Interno, Marco Minniti, ha invitato i vincitori delle elezioni del 5 marzo di «fare in fretta perché al ministero dell’Interno non ci sono affari correnti, purtroppo non c’è ordinaria amministrazione». Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha sottolineato come sia fondamentale, se si vuole creare una Procura antimafia e antiterrorismo europea, rimanere in Europa, «altrimenti non abbiamo una frontiera adeguata per combattere la criminalità organizzata: e questo è un altro elemento di inquietudine».

Nel pomeriggio i due tradizionali cortei di studenti di #Palermochiamaitalia sono partiti, uno da via D’Amelio, l’altro dall’Aula Bunker per ricongiungersi sotto l’albero Falcone per il silenzio, alle 17,58, ora della strage di Capaci. Stasera la nave della legalità lascerà Palermo per ritornare a Civitavecchia.

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