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Minacce a Mattarella, sott’inchiesta tre “leoni da tastiera”

Di Redazione |

Roma. Proteggere le istituzioni italiane da possibili proteste radicali. Il Dipartimento della Pubblica sicurezza mette nero su bianco con una nota a questure e prefetture la preoccupazione che dopo il fallimento del governo gialloverde si respira negli apparati di sicurezza e intelligence: lo stallo politico e l’esasperazione dei toni potrebbe spingere singoli o gruppi estremisti a gesti simbolici o ad azioni contro i palazzi del potere.

Le conseguenze della situazione politica saranno tra gli argomenti sul tavolo della prossima riunione del Casa – il Comitato di analisi strategica antiterrorismo – per valutare le ultime informative dell’intelligence. Al momento non c’è alcun allarme specifico né segnali legati alle iniziative annunciate da M5s e Lega, ma è concreto il rischio che il clima possa degenerare ulteriormente: per questo il Dipartimento ha invitato a innalzare la vigilanza sui palazzi istituzionali. A Roma, dove c’è la quasi totalità delle sedi, e nelle altre città, a partire da Milano. Tenute sotto controllo anche gli uffici dell’Ue. Una nota, quella del Dipartimento, che va ad integrare la circolare sulle misure da attuare per la Festa della Repubblica: evitare che le contromanifestazioni di antimilitaristi e pacifisti possano ostacolare la parata militare ai Fori Imperiali e le altre iniziative in Italia; segnalare tutte le informazioni relative agli eventuali arrivi di soggetti che potrebbero dare vita ad “azioni di disturbo” o illegali a Roma il 2 giugno.

Ma l’obiettivo degli apparati di sicurezza è anche evitare infiltrazioni e contrapposizioni nelle manifestazioni ufficiali dei partiti in programma a Roma. Il Pd farà un sit-in a Santi Apostoli venerdì alle 16.30, per esprimere sostegno e vicinanza a Mattarella dopo gli attacchi. I grillini, invece, saranno alla Bocca della Verità il 2 giugno alle 19. «È un momento cruciale per la democrazia – ha rilanciato Di Maio su Fb – E’ fondamentale ricordare che il nostro voto conta! Che non staremo qui fermi a subire questa ennesima ingiustizia».

E intanto proseguono le indagini sulle offese e le minacce sui social nei confronti del presidente della Repubblica, contro le quali si è schierato pure Salvini. «Mattarella ha sbagliato ma chi lo insulta e lo minaccia non fa parte del futuro del mio paese». Critiche pesanti anche da parte dell’Osservatore Romano, che parla di «attacchi ripugnanti» frutto di un «deterioramento del senso civico». Al momento la prima a muoversi è stata la procura di Palermo, che ha aperto un fascicolo contro ignoti.

All’esame di pm e Digos ci sono le affermazioni di tre persone: Manlio Cassarà, che ha scritto «hanno ucciso il fratello sbagliato» riferendosi all’omicidio di Piersanti Mattarella; Michele Calabrese, autore di un post analogo; Eloisa Zanrosso, che invece ha scritto: «Ti hanno ammazzato il fratello, non ti basta?».

I pm titolari dell’inchiesta, l’aggiunto Marzia Sabella e il sostituto Gery Ferrara, ipotizzano il reato di attentato alla libertà del presidente della Repubblica, offesa all’onore a e al prestigio del presidente della Repubblica, puniti fino a 15 anni di reclusione. Non si esclude l’ipotesi di istigazione a delinquere.

Contro ignoti è anche il fascicolo relativo al post del padre di Alessandro Di Battista, Vittorio. I carabinieri stanno accerteranno che sia effettivamente lui l’autore, poi verrà formalmente iscritto. «Come tutti dicono in questi casi – scrive lui su Fb – ho la massima fiducia nella magistratura e la massima sfiducia nei confronti dei nostri “reggitori”.».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA