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Catania, la Regione non paga l’ultima rata e rischia di perdere le case forze dell’ordine

Di Redazione |

La Regione Siciliana, inadempiente nei confronti della ditta esecutrice dei lavori, dovrà restituire un immobile di Librino dove da anni abita personale delle forze dell’ordine e loro famiglie. La struttura, fino a poco tempo fa di proprietà regionale, venne edificata a Librino grazie alle legge regionale che prevedeva lo stanziamento di fondi per la costruzione d’immobili, da edificare in luoghi ritenuti strategici, e da assegnare alle forze dell’ordine impegnate nella lotta alla mafia.

Lo ha reso noto il Sunia, il sindacato degli inquilini, che parla di «chiaro caso di spreco di denaro pubblico per gli interessi cumulatisi negli anni».

«Quell’immobile doveva rappresentare l’icona della legalità nel quartiere – dice la segretaria Giusi Milazzo – il simbolo della legge, la prova che le istituzioni quel luogo non l’avevano mai abbandonato. Oggi, dopo 5 anni di battaglie, riunioni, interrogazioni parlamentari, servizi giornalistici e televisivi chiediamo al governatore Nello Musumeci e al presidente dell’Antimafia regionale,Claudio Fava, un incontro per porre fine ad un’incredibile vertenza».

«Nel 2010 – ricostruisce il Sunia – la Fasano Costruzioni, azienda esecutrice dei lavori, aveva citato in giudizio la Regione chiedendo la risoluzione del contratto di compravendita e la restituzione dell’immobile per il mancato pagamento di una parte del prezzo pattuito: 445.749,30 euro, il 15% del totale».

«La Regione – aggiunge il Sunia – è stata condannata con sentenza del febbraio 2013, divenuta definitiva per il mancato ricorso in appello, alla restituzione dell’immobile e al pagamento di 1.600.000 euro, per il lucro mancato, e a 18.000 euro per ogni mese di ritardo nella consegna dei locali, oltre le spese legali: un totale – fa i conti il Sunia – di oltre 5.000.000 di euro, 10 volte quindi rispetto all’insolvenza di 450.000 euro che ha portato la Regione Sicilia a perdere la proprietà dell’immobile». COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA