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Crocetta e Ingroia non devono restituire i soldi: Cassazione annulla condanna

Di Redazione |

PALERMO – La Cassazione ha annullato per un difetto di giurisdizione la sentenza della Corte dei conti sul presunto danno erariale contestato all’ex presidente della Regione Rosario Crocetta, all’ex pm Antonio Ingroia, a ex assessori e burocrati regionali che avrebbero dovuto complessivamente risarcire 1,3 milioni di euro. Dopo il pronunciamento della suprema corte, l’eventuale procedimento dovrà essere condotto da un tribunale ordinario e non dai giudici contabili.

La sentenza riguardava le assunzioni nella società regionale dell’informatica Sicilia e-Servizi degli ex dipendenti del socio privato: secondo l’accusa, quelle assunzioni avevano violato il “blocco» previsto dalle norme. Per la Corte dei Conti avrebbero dovuto risarcire il danno alla Regione per l’impiego di personale nella società partecipata Sicilia e Servizi nel periodo della sua liquidazione.

«E’ giunta a una svolta decisiva – dice Crocetta – la vicenda che mi ha visto coinvolto davanti alla Corte dei Conti di Palermo dove sono stato chiamato a rispondere per i presunti danni arrecati alla società. Oggi la Cassazione a sezioni unite ha stabilito che non spetta alla Corte dei conti sindacare della gestione di una società che non è annoverabile tra quelle in house della Regione. Confidavamo, insieme al mio avvocato, Attilio Toscano, nella possibilità, poi rivelatasi realistica, di accertare la mia assoluta estraneità alle contestazioni che mi sono state mosse, per più di quattro anni, dalla procura regionale della Corte dei conti».

Per i ricorrenti, la natura «privata» di Sicilia e-servizi non era venuta meno né per il fatto che si trattava di una società «in house», né per il fatto che fosse partecipata (e quindi finanziata) da un ente pubblico come la Regione, né, infine, per il fatto che nel frattempo era stata anche messa in liquidazione.

Oltre a Crocetta e Ingroia, nell’indagine della Procura della Corte dei conti erano coinvolti gli ex assessori Antonino Bartolotta, Ester Bonafede e Dario Cartabellotta, Nelli Scilabra, Michela Stancheris, Patrizia Valenti e l’avvocato dello Stato Giuseppe Dell’Aira, l’ex ragioniere generale Mariano Pisciotta e Rossana Signorino, dirigente del servizio partecipate. Nel frattempo anche l’inchiesta per peculato si è conclusa con una archiviazione. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA