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Liberi in mare aperto, «più barriere nelle città che in pieno Oceano»

Di Maria Elena Quaiotti |

«È più facile attraversare l’Oceano in barca che una città in carrozzina». È lo stesso Andrea Stella, proprietario ed ideatore del catamarano “Lo spirito di Stella”, a pronunciare una frase che vuole essere provocatoria, ma soprattutto spunto di riflessione per la società tutta. Nella “tre giorni” catanese del catamarano solidale lui non ha potuto essere presente, ma il suo “spirito” si ed in tutte le forme, grazie all’equipaggio giovane, competente e sempre sorridente che è a pieno titolo ambasciatore dell’idea di Andrea Stella: «Superare le barriere architettoniche per sfidare i propri limiti e capire che le barriere più ingombranti sono nella mente».

Anche quest’anno il Circolo nautico Nic di Catania ha ospitato presso il proprio molo al porto di Catania il catamarano “completamente accessibile” realizzato nel 2003, con Open Day gratuiti e uscite giornaliere in mare dedicate ai disabili in carrozzina e in piena sicurezza, regalando «non solo un sogno – spiega Stella – perché non sono esperienze fini a se stesse, non è vivere un sogno e poi toglierlo subito dopo: chi ha una disabilità motoria ha una prima paura da vincere, deve sentirsi libero di muoversi e riuscire ad abbandonare la carrozzina, che è la sua prima sicurezza. In mezzo al mare emerge l’essenziale e si capisce come non esistano reali barriere insormontabili, ma sfide quotidiane che si possono e si devono vincere. Capisci come i limiti spesso esistano solo nella mente degli uomini».

E salendo su “Lo spirito di Stella”, catamarano multiscafo che comporta un’inclinazione ridotta dell’imbarcazione quindi ottimale per ospitare persone in carrozzina, si capisce subito cosa abbia inteso dire il suo ideatore: l’accesso è in orizzontale senza montacarichi né maniglie e consente alle carrozzine di salire a bordo in autonomia, ci si trova subito in uno spazio agevole dove muoversi con annessa una “dinette” (tavolo, cucina, postazione lavoro e strumentazione per la navigazione) a misura di carrozzina, 4 cabine di cui 2 a poppa con annessi bagni “accessibili” e raggiungibili attraverso montacarichi a scomparsa. Infine lei, la “rete”. Posta a prua dell’imbarcazione è la vera chicca del catamarano: si abbandona la carrozzina e si accede con apposito sedile mobile in un passaggio, quello da poppa a prua, che spesso segna già una piccola vittoria nella mente di un disabile; “Wow” è la classica esclamazione che viene da fare appena si arriva, prima che l’istinto primordiale di buttarsi nella rete ed essere quasi un tutt’uno con il mare, infinito, affascinante, a volte insidioso, ma per una volta “nostro”, prenda forma e ci faccia sentire “liberi”.

«Salendo a bordo dello “Spirito” capisci come un ambiente accessibile realizzato “in piccolo” possa essere trasferito in locali pubblici, per esempio – sottolinea ancora Stella – anche quando non si dispone degli spazi richiesti dalla normativa: a volte per rendere accessibile un bagno basterebbe semplicemente cambiare il senso di apertura della porta, o per rendere fruibile un edificio oltre alla rampa posta in posizione strategica basta garantire una segnalazione efficace e ben visibile. Piccoli esempi di cose che si possono fare non solo per i disabili: una società che mette tutti nelle stesse condizioni di vivere e muoversi equivale ad una miglior qualità della vita in generale. Per questo motivo auspichiamo che ogni amministrazione preveda l’istituzione di una Commissione apposita, composta anche da persone con difficoltà motoria, per individuare ed eliminare gli ostacoli onnipresenti in tutte le città, proponendo anche competenze e non solo criticando l’esistente».

Non a caso il tema dell’edizione 2018 di “WoW” (Wheels on Waves, ruote sulle onde, www.wheelsonwaves.com, pagina Facebook WOW), proprio la stessa espressione che scaturisce spontanea salendo sul catamarano, è “Universal design” (progettazione per tutti), ponendo “Lo spirito di Stella” come esempio per progettare mezzi, strumenti, ambienti, completamente accessibili «perché se qualcosa diventa accessibile per un disabile – specifica Stella – allora diventa più confortevole per tutti. Si tratta di un progetto trasversale ed universale».

Dopo Catania il catamarano navigherà fino a Messina, dove si fermerà qualche giorno per proseguire poi verso Napoli e Ostia. In queste tre tappe al timone dell’imbarcazione sarà la 17enne Asia Boaretto, una grandissima passione per la vela e figlia di Enrico, grande amico di Andrea Stella e disabile in carrozzina, che fin dall’età di dieci anni le ha trasmesso la passione per il mare e ha vissuto insieme a lei l’emozione di ricevere la patente nautica e poter salire a bordo di un catamarano adatto a tutti: «Per me è tutto normale – spiega in modo disarmante Asia – come aiuto mio padre, sia nella vita che in mare, aiuto qualunque altra persona che abbia bisogno di una mano, anche chi non è in carrozzina a volte deve essere sostenuto. Mi piace stare in mare e l’ambiente che si crea con l’equipaggio; ho fatto diversi corsi, supportata da mio padre che ha reso normale il mio imprinting di considerare tutti uguali. C’è sempre da imparare su un catamarano, piccoli accorgimenti e segreti che sveliamo a tutti gli ospiti che vengono a navigare con noi, senza alcun tipo di restrizione, questa è la cosa che sorprende e ci fa credere che l’accessibilità come in mare sia possibile anche sulla terraferma». «È il sorriso di chi prende per la prima volta in mano il timone una delle cose che rimangono più impresse – conclude Asia, pronta per il suo nuovo compito – se riesci a guidare una barca così (20 metri e una velocità a vele spiegate di 8 nodi) allora puoi fare tutto».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA