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Irsap ed ex Asi, misteriosi intrecci e una miriade di carte: “007” indaga

Di Mario Barresi |

Carte. Una montagna. Fra il mascariamento (del passato remoto, ma anche prossimo) e la verità (amministrativa prima che, eventualmente, penale) c’è una ponderosa mole di documenti. Sui quali sta lavorando, in silenzio, una specie di “agente speciale” nominato dalla Regione per capire, seppur con un po’ di colpevole ritardo, cos’è successo fra Irsap ed ex Consorzi Asi negli ultimi anni. Il nome è una garanzia: Dario Montana, stimato dirigente del dipartimento regionale Attività produttive e fratello di Beppe, il commissario di polizia ucciso dalla mafia nel 1985.

La missione, come si legge nel decreto d’incarico, è «acquisire ogni elemento probatorio» sul (presunto) passaggio di azioni dai Consorzi Asi in liquidazione all’Irsap, l’ente regionale che ha accorpato le competenze sulle aree industriali siciliane. E con esse le ghiotte partecipazioni della Regione in alcune società: circa il 12% la Sac (che gestisce l’aeroporto di Catania) e addirittura la maggioranza assoluta (65,5%) all’Ias, azienda mista che ha in pancia depuratore e reti idriche nella zona industriale di Siracusa, L’Irsap ha anche l’8,8% di Società interporti siciliani, in origine partecipata dalle Asi di Palermo, Catania e Caltagirone. La Sis, almeno per ora, non rientra però nel mandato dello “007” Montana.

La tesi è che fra Consorzi e Irsap ci sia stata una cessione “fantasma” di quote azionarie. A sostenerla, le «visure storiche dei certificati camerali» delle partecipate, disposte dall’attuale dirigente generale delle Attività produttive, Rosolino Greco. Ma anche una nota del commissario liquidatore dell’Asi di Siracusa, Dario Castrovinci, per cui «agli atti del Consorzio non risulta alcuna documentazione probatoria del trasferimento della titolarità delle azioni» dell’Ias all’Irsap. E poi c’è pure la «documentazione acquisita» dallo stesso Montana nelle Asi di Catania e Siracusa, oltre che alla Camera di Commercio del Sud-Est. E non è tutto. Da un ricorso dei dipendenti dei consorzi al Tar, incidentalmente, la Regione ha “scoperto” (come il personaggio pirandelliano Ciàula con la luna) che il decreto dell’ex dirigente generale delle Attività produttive, Alessandro Ferrara, sul passaggio di quote Asi-Irsap, datato 23 ottobre 2017, «è stato ritirato e annullato e pertanto non ha prodotto alcuna efficacia».

Nonostante ciò, l’Irsap s’è comportata da “padrona” delle azioni. Nominando propri rappresentanti nelle assemblee delle partecipate e dunque influendo sulle scelte dei vertici, che a questo punto potrebbero essere irregolari. Non a caso, lo scorso 30 maggio (meglio tardi che mai), il dipartimento ha chiesto un parere all’ufficio Legislativo e legale della Regione «in ordine alla legittimità della partecipazione del rappresentante legale dell’Irsap ai lavori delle assemblee dei soci delle società partecipate dai Consorzi Asi in liquidazione». Perché si ritiene che a quelle assemblee avrebbero dovuto partecipare i commissari delle ex Asi. E non i delegati dell’Irsap.

Protagoniste di queste nomine sono l’ex assessora alle Attività produttive, Mariella Lo Bello, e Maria Grazia Brandara, ex commissario straordinario dell’Irsap. Entrambe, per la cronaca, sono indagate in un filone dell’inchiesta di Caltanissetta su Antonello Montante. Il quale, declamava, intercettato in auto con le due sue fedelissime, che «con le attività produttive si può fare la terza guerra mondiale». Per poi correggersi: «Possiamo fare».

Il 24 giugno 2016, in virtù della titolarità delle azioni oggi più che mai in dubbio, l’assessora Lo Bello nomina, con due distinti decreti, commissario ad acta nelle assemblee di Sac e Sis proprio Brandara. Che, a sua volta, in veste di commissario Irsap, invece, delega con proprio atto del 9 novembre 2016 (firmato in calce «On. Maria Grazia Elena Brandara») il dirigente Carmelo Viavattene a rappresentare l’ente nell’assemblea dell’Ias. E se sulle nomine a Fontanarossa (al di là di un’indagine per abuso d’ufficio anche a carico di Brandara, poi archiviata dalla Procura, sull’iniziale designazione dell’ex ad Ornella Laneri) le quote dell’Irsap non sono tali da risultare decisive per la scelta dell’attuale governance, ben diversa la situazione è a Siracusa. Dove la stessa Brandara, con il contributo decisivo del suo delegato, due giorni dopo averlo nominato, viene eletta presidente dell’Ias. Rieletta a una settimana dalle Regionali, il 27 ottobre 2017, stavolta con direttore generale di Irsap, Carmelo Collura, come delegato in assemblea, Brandara è ancora presidente dell’Ias. Con la dizione di «onorevole» (a cui è molto affezionata, dopo essere stata deputata regionale dal 2004 al 2006) che campeggia nel sito istituzionale. È sempre lì. Non s’è dimessa – come invece fece dal ruolo di commissario straordinario di Licata – nemmeno dopo essere finita nell’inchiesta su Montante. Senza che nessuno le dicesse alcunché.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA