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Giarre, la sentenza d'appello del processo Kallipolis tra condanne e sconti di pena

Al centro il clan Brunetto ritenuto vicinissimo ai Santapaola

Mario Previtera

27 Aprile 2023, 08:48

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Sentenza di secondo grado per il processo Kallipolis che prende spunto dall’omonima operazione dei carabinieri, del dicembre 2016, nell’ambito della quale sono stati scoperti gli interessi criminali della cosca, la struttura verticistica e il passaggio delle consegne, dopo la morte dello storico capo Paolo Brunetto.

Alla sbarra 11 imputati accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, rapina, furto e detenzione di armi. Dinanzi alla Corte d’Appello seconda sezione, presieduta da Riccardo Pivetti, è stato letto il dispositivo con cui sono intervenute alcune assoluzioni e numerose rideterminazioni di pene.

Significativo quanto deciso per quello che è stato indicato come il capo del gruppo satellite santapaoliano facente riferimento alla famiglia Brunetto, il giarrese Carmelo Olivieri, al quale è stata inflitta la pena di 14 anni. OIivieri è stato però assolto dal reato di rapina e condannato per associazione mafiosa. Relativamente alle altre posizioni, Luca Zappalà e Giuseppe Calandrino, sono stati entrambi assolti per una rapina a loro contestata, con rideterminazione della pena finale rispettivamente in 12 anni e 6 mesi e 12 anni e 4 mesi. Sono state rideterminate le pene di Alfio Di Grazia (assistito dagli avvocati Michele Pansera e Salvo Sorbello) e Vito Fazio (avv.Salvo Pulvirenti) in 7 anni, mentre per le posizioni di Valerio Di Stefano e Paolo Marino, è stata riconosciuta l’assenza di querela, pertanto non si è potuto procedere nei loro confronti.

Relativamente all’imputato Luciano Liuzzo, è stata dichiarata la prescrizione del reato contestato, mentre Leonardo Fresta è stato condannato a 9 anni di reclusione per l’associazione mafiosa. Assolto dall’accusa di associazione mafiosa Francesco Pace, per insufficienza di prove. L’avv.Salvo Sorbello, difensore di Pietro Olivieri, dichiara di essere “parzialmente soddisfatto dall’esito del giudizio di appello: in primo grado, infatti, avevo già ottenuto l’assoluzione per ben 2 capi di imputazione ma, con una condanna a 21 anni di reclusione; con la sentenza in appello, invece, ho ottenuto una nuova assoluzione ma questa volta per il reato più grave di cui era stato accusato Olivieri ed ottenendo una importante riduzione di pena a 14 anni. Attendo, a questo punto, di leggere la motivazione per comprendere meglio come procedere per il successivo grado di giudizio che sarà il ricorso per cassazione”.

Dal canto suo, l’avv. Lucia Spicuzza, difensore di Luca Zappalà, ritiene che “la Corte d’Appello abbia fatto un ulteriore passo in avanti, riconoscendo l’assoluzione dal reato di rapina di cui era accusato il mio assistito insieme ad altri coimputati ma. nonostante l’importante riduzione di pena che dagli originali 18 anni è arrivata a 12 anni e 6 mesi, ritengo che vi siano dei margini perché Zappalà possa venire assolto definitamente”.