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Sì del Consiglio dei ministri: sciolto per mafia il Comune di Vittoria

Di Mario Barresi |

Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Interno, ha sciolto l’amministrazione comunale di Vittoria. Il provvedimento è relativo alle inchieste sulle infiltrazioni dei clan nei più importanti settori produttivi della città. Dopo il decreto di scioglimento – contro il quale il sindaco e i consiglieri possono fare ricorso alla magistratura amministrativa – il Governo invierà al comune dei commissari che gestiranno la cosa pubblica per un periodo di almeno un anno e mezzo con la possibilità di proroga. 

Decade dunque dalla carica il sindaco Giovanni Moscato. Il ministero ha chiesto lo scioglimento per mafia del comune a seguito della relazione presentata dalla Commissione di accesso, presieduta dal viceprefetto Concetta Caruso.

L’inchiesta da cui scaturisce il provvedimento è quella denominata Exit Poll su un presunto scambio politico-mafioso riguardante le elezioni amministrative del giugno del 2016 che coinvolse prima del ballottaggio diversi candidati a sindaco e che portò il 21 settembre 2017 all’arresto, poi annullato dal Tribunale del Riesame, dell’ex sindaco di Vittoria Giuseppe Nicosia e di suo fratello Fabio, all’epoca dei fatti consigliere comunale del Pd.

E’ la prima volta che accade nella storia del Comune ragusano che ha un passato di amministrazioni di sinistra e che è centro agricolo rinomato soprattutto per i prodotti di serra. La commissione prefettizia si era insediata nel mese di settembre dello scorso anno dopo gli arresti per scambio politico-mafioso dell’ex sindaco Giuseppe Nicosia e di suo fratello Fabio, all’epoca consigliere comunale del Pd, poi dimessosi. Dopo 6 mesi di indagini la Commissione presieduta dalla vice prefetta vicaria di Ragusa Concetta Caruso ha presentato la sua relazione che dopo l’istruzione del prefetto di Ragusa Pina Cocuzza e dell’ufficio preposto al ministero dell’Interno l’ha trasmessa oggi al Consiglio dei ministri. Attualmente a reggere il comune è Giovanni Moscato, avvocato, eletto due anni fa in una lista civica.

Dall’indagine che portò all’arresto dell’ex sindaco Nicosia e di suo fratello l’attuale sindaco è accusato di corruzione elettorale. Anche l’ex sindaco Nicosia a chiusura delle indagini della Dda è stato accusato di corruzione elettorale e non più di scambio politico-mafioso. Accusa rimasta in capo all’ex consigliere comunale Fabio Nicosia. Secondo la relazione dei commissari prefettizi al sindaco Moscato viene contestata la proroga del servizio di raccolta dei rifiuti fatta alla società Tekra che ha avuto problemi con l’interdittiva antimafia. Moscato ha sempre detto che si è trattato di una proroga tecnica perché lui si era insediato da appena due settimane e non avrebbe potuto lasciare la città in mezzo alla spazzatura, tant’è che dopo che dopo 3 mesi ha fatto un bando pubblico vinto dalla Sf di Misterbianco. La notizia si è sparsa subito nella cittadina.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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