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C’è il Ponte tra i debiti da saldare con la Sicilia

Di Tony Zermo |

I grillini, anche a costo di scontrarsi con il vicepremier Matteo Salvini, non vogliono fare né la Tav Torino-Lione, né la Tap che porta il gas azero in Italia, né la Genova-Milano con il terzo valico, né altre grandi opere del genere sostenendo che sono dispendiose e inutili.

Sbagliano, perché se non si fa la Torino-Lione, il “Corridoio europeo” che parte da Lisbona e arriva a Kiev passando al di là delle Alpi, scavalcherà l’Italia. Anche il gasdotto Tap, contestatissimo in Puglia, è necessario che sia realizzato perché ci sgancia dalla dipendenza del gas russo e fa risparmiare un 10% a tutte le famiglie italiane. Poi sul terzo valico della Genova-Milano si può discutere perché buona parte del percorso ferroviario è in galleria: e i trafori saranno pesanti.

Detto questo, che facciamo con il Ponte sullo Stretto di Messina che volevano costruire anche giapponesi e americani? Gli oppositori del Ponte più lungo del mondo sostengono che è un’opera faraonica in un deserto industriale. Ma il deserto industriale c’è perché lo Stato ha abbandonato il Sud e non ha ancora nemmeno cominciato a realizzare da Salerno a Reggio Calabria l’Alta velocità che c’è nel resto del Paese. Una vergogna per tutti i governanti.

Ma ci si rende conto che la Sicilia è la punta di lancia della vecchia Europa nel Mediterraneo e che è frontaliera di tutto il Nordafrica? Quando tra vent’anni l’Africa da un miliardo e 200 milioni di abitanti arriverà a toccare una popolazione di tre miliardi, la vera piattaforma per unire il Continente nero e l’Europa sarà la Sicilia. E bisogna dotarla delle infrastrutture necessarie.

Finora hanno ridotto la Sicilia, anche per insipienza dei nostri politici, a un bacino di consumi e di voti, senza alta velocità, senza servizi ferroviari adeguati, con una rete viaria interna da Terzo mondo. Ai governi di Roma e ai gruppi industriali del Nord andava bene, i traffici li hanno sempre fatti con il Nord Europa e verso l’Est, al punto che le navi arrivate dal Canale di Suez, invece di fare la rotta diretta verso i porti siciliani, oltrepassavano le Colonne d’Ercole, risalivano l’Atlantico e arrivavano nei porti del Nord.

La Sicilia non è mai stata valutata nelle sue potenzialità, che al contrario sono state represse, a cominciare dal taglio dei collegamenti ferroviari iniziato con la gestione dell’ing.Moretti. Hanno deciso di lasciarla com’è.

Ora però è cambiato qualcosa perché i siciliani hanno votato in massa per il Movimento 5Stelle, e questo partito leader nell’Isola deve dare una risposta al siciliani, non può parlare solo di reddito di cittadinanza che è sostanzialmente un’elemosina per i poveri o i non capienti. C’è un Ponte da costruire, un Ponte che finora nessuno ha avuto la forza di realizzare un po’ per via degli ambientalisti e un po’ perché a tutti ha fatto comodo una Sicilia dimessa e fuori dall’economia che conta. Lo Stato, che non ha mai nemmeno chiesto all’Unione Europea il cofinanziamento del Ponte, ha un debito enorme nei confronti della Sicilia, ora questo debito lo hanno i grillini. Chiediamo che lo saldino e che facciano quello che altri non hanno voluto fare. Non vogliamo elemosine, ma un’opera che proietti la Sicilia al centro del mondo. Come è possibile che sia, perché il futuro è questo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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