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La Sicilia e il rischio “inferno di fuoco”: «Un bis di Bologna da noi sarebbe strage»

Di Mario Barresi |

CATANIA – E se fosse successo in Sicilia? Ovvero, se la tragica esplosione di un’autocisterna sul raccordo A1-A14 di Bologna fosse avvenuta in un’autostrada siciliana? Lo scenario – per fortuna soltanto virtuale, ma non per questo meno inquietante – lo disegna il catanese Pino Bulla, vice presidente nazionale Assotir: «Il solo ipotizzare che quanto accaduto a Bologna potrebbe succedere, per esempio, nella nostra autostrada A18 Catania-Messina, spalanca scenari catastrofici e da thriller». E non finisce qui: «La nostra pseudo-autostrada – sostiene Bulla – per lunghi tratti è a corsia unica. E da Giardini Naxos in poi è piena di gallerie che sono sature di gas inodori e volatili. Basterebbe quindi una piccola distrazione per provocare scenari simili a quelli che abbiamo visto sul raccordo di Bologna ma con esiti, se possibile, ancora più gravi».

La riflessione di Bulla (che è anche consulente europeo nel settore del trasporto delle merci pericolose) è di sistema: «Il gravissimo incidente accaduto a Bologna e gli altri che si sono verificati negli ultimi mesi nella rete viaria italiana, impongono una presa di coscienza che metta da parte le riflessioni e punti a soluzioni rapide e alternative al trasporto su strada». Per Bulla «i trasporti delle merci pericolose richiedono spazi adeguati al transito dei mezzi che andrebbero considerati alla stregua di trasporti eccezionali». Ma nell’Isola senza Ponte si può e si deve andare oltre: «Serve un’autostrada del mare per le merci pericolose. Il progetto c’è». Che succede adesso? «Ho chiesto un incontro al presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci per realizzare il progetto, già esecutivo, di un’autostrada del mare dedicata ai veicoli di dimensioni eccezionali e a quelli che trasportano merci pericolose», conclude Bulla precisando di «voler coinvolgere anche il presidente della Camera di Commercio del Sud Est, Pietro Agen».

Sul fronte del governo regionale c’è la «massima disponibilità a rilanciare le autostrade del mare. Anche se l’assessore regionale ai Trasporti, Marco Falcone, ricorda che «il progetto della autostrade del mare fu lanciato dall’ex ministro Delrio nel cosiddetto “Connetti Italia” ed è rimasto nella fase iniziale di proposta» e dunque «per trasformarlo in qualcosa di concreto Assotir dovrebbe più legittimamente spostare la richiesta al governo nazionale».

Intanto la Regione ci concentra sulla qualità dell’asfalto siciliano. «Sono perfettamente d’accordo nel giudicare pessimo lo stato delle autostrade siciliane ed è per questo che attraverso il Cas stiamo facendo uno sforzo senza precedenti». A breve si prevedono lavori per circa 90 milioni per la sistemazione dei tratti più disastrati: 23,8 milioni per l’A18 (Giarre-Tremestieri) e 22,9 milioni per l’A20 (Messina-Patti), con altri 25 milioni già pronti per rifare le barriere laterali (in alcune parti, come all’altezza di Fiumefreddo sulla Messina-Catania, attualmente in cemento contro ogni norma di sicurezza).«Questi sono lavori pronti a partire già in autunno – dettaglia Falcone – e già a settembre aspettiamo la validazione del Provveditorato delle opere pubbliche per il progetto della Protezione civile regionale, del valore di 15 milioni, per la sistemazione della frana di Letojanni sulla Messina-Catania».

L’assessore ammette  «che molte gallerie delle nostre autostrade non hanno standard di qualità adeguati», ma rivendica di aver consegnato la galleria Sant’Alessio dopo mesi di chiusura e annuncia a breve la riapertura della Campofelice. «Rispetto alle tragedie, spesso causate da fattori indipendenti dalla qualità delle infrastrutture, non c’è molto da fare, il nostro dovere semmai è alzare al massimo il livello di qualità delle autostrade siciliane di nostra competenze. E vi assicuro che quello che ha fatto il Cas in questi mesi recupera anni di inerzia».

Twitter: @MarioBarresi

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