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«Cara di Mineo meno oneroso» dice Salvini: ma sbaglia i conti…

Di Mario Barresi |

CATANIA – Matteo Salvini ha sempre detto di volerlo chiudere. E adesso che, da ministro dell’Interno, se l’è ritrovato con un appalto in corso, ha deciso di tenerselo. Ma il Cara di Mineo sarà «meno oneroso e meno affollato», ha detto il ministro dell’Interno: passerà da 3 mila a 2.400 ospiti, «con un costo giornaliero per immigrato che scenderà da 29 a 15 euro», sostiene il Viminale annunciando «risparmi superiori a 10 milioni di euro in un anno».

Ora siamo al dunque. La Prefettura di Catania ha appena aggiudicato l’appalto triennale per la gestione dei servizi al Cara. Su una base d’asta di 49,9 milioni i quattro lotti “spacchettati” (fornitura di servizi alla persona, fornitura pasti, pulizia ambientale e fornitura beni) sono stati aggiudicati per un totale di 40.985.361,26 euro. Un importo che, a prima vista, è di molto inferiore ai 96.907.500 euro con cui fu vinto il bando poi finito nell’inchiesta giudiziaria nata da un costone di Mafia Capitale e finita con un processo in corso a Catania, che vede imputato – fra gli altri – l’ex sottosegretario alfaniano Giuseppe Castiglione.

Ma è davvero un costo «meno oneroso» per le casse pubbliche? 

Nel nuovo appalto non sono compresi alcuni servizi invece forniti nell’all inclusive di quello in vigore. Ai 41 milioni previsti fino al 2021, infatti, si devono aggiungere il costo di locazione con la Pizzarotti, proprietaria dell’ex Residence degli Aranci: 2,6 milioni l’anno il canone fisso stabilito dopo la perizia di congruità disposta dalla Prefettura, comunque minore della precedente media di 4,5 milioni. Poi ci sono le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria: 4.972.985,58 euro per 36 mesi, secondo la base d’asta di un bando pubblicato (e poi congelato) da Invitalia. E nel conteggio finale bisogna inserire ulteriori 3 milioni annui per le utenze (acqua, luce, gas e rifiuti) prima ricompresi nel costo della gestione. Insomma, i 41 milioni diventeranno 62,7. Sempre se il Cara di Mineo si dovesse mantenere «meno affollato», come auspica Salvini, entro lo standard fissato: 2.400 ospiti, anziché i 3.000 di media dell’appalto precedente. Ma nel nuovo bando c’è la possibilità di aumentare la capacità ricettiva fino a un massimo del 50% e cioè di arrivare a quota 3.600. Semmai così fosse, si arriverebbe a un costo di 80 milioni per un triennio. Inferiore, ma di non molto, ai quasi 97 precedenti, con un costo giornaliero per migrante di oltre 20 euro. Anche restando sulla media di 3 mila richiedenti asilo il costo scende ma non si dimezza: 71 milioni, ovvero 22 euro pro capite al giorno.

Il nuovo bando “al risparmio”, inoltre, non contempla alcuni servizi importanti come l’accompagnamento degli ospiti (anche nelle commissioni territoriali per il riconoscimento dello status di rifugiati), l’assistenza alle categorie protette (donne sole, nuclei monoparentali, migranti con disagio psichico), l’assistenza ai nuclei con minori, alcuni servizi ludico-ricreativi e la compresenza dei lavoratori (con un taglio del 30% di operatori).

Ma c’è almeno un elemento di continuità col passato: fra i vincitori svetta “La Cascina Global Service” (con 15 milioni gestirà la fornitura di pasti), dello stesso gruppo di coop bianche coinvolto proprio nell’inchiesta sul Cara di Mineo (e non solo). Nulla osta, evidentemente, per l’aggiudicazione. Così come si è sorvolato su un potenziale vulnus di annullabilità della gara, fra le righe di un parere dell’Anac dell’11 aprile scorso: nell’offerta economica tutti i partecipanti alla gara non hanno indicato il costo della manodopera. «In questo caso, quindi, aderire all’orientamento, seppur prevalente, secondo cui l’omessa indicazione comporta l’effetto espulsivo automatico, significherebbe annullare l’intera procedura di gare», scrive l’Anticorruzione. Dunque, per una sorta di par condicio, visto che nessuno ha inserito questo elemento, la gara è valida lo stesso. Non la pensano così, però, i legali di alcune imprese non aggiudicatarie. Che meditano di fare ricorso. Sostenendo la tesi che qualcuno il costo del personale l’aveva indicato. E che una concorrente l’ha addirittura modificato al ribasso, dopo una richiesta di chiarimenti. Aggiudicandosi, infine, il proprio lotto.

Twitter: @MarioBarresi

IL NUOVO APPALTO TRIENNALE AGGIUDICATO

1) Fornitura di servizi alla persona 13.510.046,44 euro (ribasso 20,05%)Rti Cooperativa Badia Grande (mandataria), Fondazione San Demetrio Onlus (mandante), Consorzio Agri.Ca Società cooperativa sociale (mandante), Chiron Società cooperativa sociale (mandante), Consorzio Aretè Società cooperativa sociale Onlus (mandante)

2) Fornitura pasti 15.728.580,00 euro (ribasso 20,20%)La Cascina Global Service Srl

3) Pulizia e igiene ambientale 2.572.592,38 euro (ribasso 27,03%)Consorzio Progetto Multiservizi

4) Fornitura beni9.174.142,44 euro (ribasso 20,98%)Hospital Service Srl

I NUMERI97 milioniil precedente costo triennale “all inclusive”

41 milioniil costo del nuovo bando aggiudicatoDa aggiungere:7,8 milioni locazione4,9 milioni manutenzione9 milioni utenze62,7 milionila stima del costo con 2.400 ospiti

71 milionila stima del costo con 3.000 ospiti

80 milionila stima del costo con 3.600 ospiti

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