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«Mio figlio è tuo, fai il test del Dna»: a Catania dubbi sfociano in minacce

Di Concetto Mannisi |

CATANIA – Il dubbio lo tormentava da un po’. Era convinto che quella donna, con cui da qualche anno aveva deciso di mettere su famiglia, in un momento di crisi della coppia lo avesse tradito. E per questo aveva preso a indagare, fors’anche con l’aiuto di terze persone, con l’intento di ottenere le prove che cercava e che avrebbero potuto permettergli di smascherare la fedifraga.

Tutto ciò non avrebbe dovuto necessariamente portare alla rottura del rapporto, tanto più che dall’unione sono nati due figli, di tre e di un anno, ma per lo meno lui, che chiameremo “Michele” (nome di fantasia, in ossequio della privacy ma soprattutto per tutelare i bambini loro malgrado coinvolti), avrebbe eliminato quel tarlo che gli stava rovinando la vita.

Il destino ha voluto, però, che la vicenda si ingarbugliasse ancora di più. Ovvero che “Michele”, nel corso di alcuni accertamenti medici, venisse a conoscenza del fatto che il Dna della seconda creatura, quella di un anno, non fosse compatibile con il suo. Un colpo durissimo per l’uomo, che già nutriva dei sospetti.

“Michele” ha intensificato la sua attività di indagine e, senza dire niente alla compagna, ha fatto sottoporre al test del Dna sia il primo sia il secondo figlio. Nel primo caso tutto è andato per il verso giusto, mentre nel secondo le “anomalie” sono emerse nuovamente. Cosa che ha portato l’uomo a profondere ogni sforzo al fine di identificare colui il quale aveva avuto una relazione clandestina con la sua compagna e costringerlo, magari, a sottoporsi al test del Dna.

Alla fine, a quanto pare, “Michele” sarebbe riuscito a individuare colui il quale aveva approfittato del momento di crisi della coppia e, dopo avere messo alle strette la donna, avrebbe pure ottenuto la conferma: «Se il nostro secondogenito non è figlio tuo – ha ammesso la compagna – allora non può essere che suo». Da qui la decisione dell’uomo, di cui immaginiamo il dramma personale, di disconoscere il minore dei due figli, per poi adottarlo successivamente.

Il fatto è che “Michele” sarebbe andato oltre. Attraverso un amico comune, sarebbe riuscito a mettersi in contatto telefonico con l’ex amante della compagna, minacciandolo di ritorsioni. Un atteggiamento che ha impaurito l’ex, il quale ha denunciato ogni cosa al commissariato Borgo Ognina. Sono stati proprio i poliziotti a fare luce sulla vicenda e a denunciare adesso “Michele” per minacce.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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