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Catania, “Garbage affair”: due Gup per l’inchiesta su appalti dei rifiuti

Di Redazione |

CATANIA – Saranno due Gup a trattare la richiesta di rinvio a giudizio dell’inchiesta “Garbage affair” nata da indagini della Dia di Catania su un appalto per la raccolta di rifiuti per conto del Comune da 350 milioni di euro. La richiesta di patteggiamento di due degli imputati – 4 anni di reclusione per Orazio Fazio, funzionario del Comune di Catania, e 3 anni e 4 mesi per l’imprenditore Antonio Deodati – ha creato un problema di incompatibilità al Gup Giovanni Cariolo davanti al quale è pendente la richiesta di rinvio a giudizio. Così il presidente dei Gip di Catania, Nunzio Sarpietro, ha assegnato i patteggiamenti al Gip Pietro Nunzio Currò, mentre il suo collega Cariolo procederà con eventuali riti abbreviati – uno è già stato annunciato da Antonio Natoli, dipendente della Ipi srl e del consorzio Seneco – e alla valutazione della richiesta di rinvio a giudizio. Le prossime udienze si terranno entrambe venerdì.

Al centro dell’inchiesta, coordinata dal procuratore Carmelo Zuccaro, dall’aggiunto Sebastiano Ardita e dai sostituti Fabio Regolo e Alessandra Tasciotti, le indagini della Dia di Catania, diretta da Renato Panvino, sulla controversa assegnazione dei lavori per la raccolta dei rifiuti a Catania che dopo un intervento del Tar ha sospeso il vecchio appalto valido fino al 2016 e ne ha realizzato uno “ponte” visto che tre gare erano andate deserte: Un appalto da circa 350 milioni di euro in tre anni. E su quello, sostiene la Procura, avevano messo occhi e mani aziende del settore, con passaggi di società, irregolarità amministrative non riscontrate da funzionari comunali compiacenti, che, emerge dalle indagini della Dia, ottenevano regali costosi, come il pagamento dell’affitto di una casa a Roma, e assunzioni nelle società degli imprenditori indagati. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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