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Abbandoni scolastici, povera Sicilia: è prima in Europa, altro che lavoro…

Di Michele Guccione |

PALERMO – In Europa l’Italia ha il più alto numero di studenti quindicenni con scarsi risultati in italiano, matematica e scienze e il più alto tasso di abbandono scolastico. In Italia, la Sicilia ha il più alto numero di studenti quindicenni con scarsi risultati in italiano, matematica e scienze e il più alto indice di abbandono scolastico. La ripetizione serve a rimarcare la triste realtà: i giovani siciliani sono i meno competenti in Europa, quindi hanno meno possibilità di lavorare.

Il primo quadro è tracciato dal rapporto “Education and Training Monitor 2017” dell’Ue, da cui ha ieri preso le mosse la Svimez per elaborare altri dati Istat. Dice Gianni Bocchieri, docente a contratto dell’Università di Bergamo, spiegando che il problema non è il quoziente intellettivo, ma le condizioni socio-economiche: «I giovani italiani registrano uno scarso livello di competenze di base: nel 2015 la percentuale di studenti quindicenni con risultati insufficienti in italiano, matematica e scienze è stato superiore al 20%; l’abbandono scolastico continua ad essere consistente, assestandosi nel 2016 al 13,8% (3 punti in più rispetto alla media Ue del 10,7%). Sono fenomeni disomogenei all’interno del Paese, con divari tra Nord e Sud. Il tasso di abbandono scolastico siciliano è il più alto tra le regioni italiane (il 21% nel 2017) e gli studenti che frequentano il tempo pieno sono appena il 7%, a fronte di una media nazionale del 35%. Il rapporto 2018 sulle prove Invalsi rileva che in Sicilia è più alta l’incidenza di insoddisfacenti risultati dell’apprendimento, con studenti dallo status socio-economico più svantaggiato che non conseguono neppure i livelli minimi di competenze. Questi problemi si riflettono sul passaggio all’università, con il calo delle iscrizioni che nell’ultimo quinquennio è stato di circa l’8%».

La Svimez rivela dati drammatici sull’abbandono scolastico in Sicilia: a Catania, la penultima in Italia prima di Cagliari, su una popolazione fra i 18 e i 24 anni di 91.263 soggetti, ben 23.675 con la terza media hanno lasciato la scuola anzitempo; di questi, solo 708 hanno concluso corsi di formazione professionale, e 22.968 non hanno completato nulla. Qui il tasso di abbandono è del 25,2%, fra i più alti d’Italia (peggio Caltanissetta), con la media al Sud che è del 18,5%. Napoli ha una percentuale inferiore, 22,1%, solo perché i 62.691 abbandoni si rapportano ad una popolazione di quell’età pari a 272.737 giovani. Segue Palermo col terzultimo primato: 21.130 giovani che lasciano tutto, nessuno che ha completato corsi, su 103.443 giovani (20,4%). Non va meglio Messina, col 15,7% e 7.311 giovani che hanno perso la rotta. Valori elevati di abbandoni anche nelle altre città siciliane: Siracusa, 5.180 (16,9%); Ragusa, 6.170 (23,88%); Enna, 3.012 (22,9%), Caltanissetta, 6.628 (27,1%); Agrigento, 5.794 (16%); Trapani, 7.263 (20,3%).

Ecco la ricetta di Bocchieri: «Bisogna puntare all’aumento del tempo prolungato nelle scuole, all’ampliamento dell’offerta formativa nel primo e secondo ciclo in tutte le aree disciplinari, di base, tecnico-professionali e linguistiche, all’attuazione di misure di contrasto alla dispersione scolastica, con particolare attenzione alle situazioni di svantaggio sociale, anche promuovendo la personalizzazione dei percorsi di studi mediante interventi formativi modulari. La Regione ha già avviato importanti interventi volti a migliorare la padronanza delle competenze generali, linguistiche e matematiche. Inoltre, sta puntando a riformare il sistema di istruzione e formazione, assumendo come fattori qualificanti il rafforzamento del sistema duale e dell’integrazione tra formazione e lavoro, attraverso il potenziamento dell’alternanza scuola-lavoro e dell’apprendistato formativo finalizzato ad acquisire un titolo».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA