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L’Unione studenti: spiati e schedati, no a Daspo perché si fuma a scuola

Di Redazione |

CATANIA – «Per noi studenti e studentesse le “scuole sicure” sono quelle in cui muri, tetti e finestre non crollano, in cui non rischiamo la vita entrando, ma anche quelle in cui non siamo costantemente spiati, controllati, perquisiti e schedati». Lo afferma in una nota la sezione Sicilia dell’Unione degli studenti, in vista della mobilitazione nazionale del prossimo 12 ottobre per protestare contro i provvedimenti adottati nei confronti di alcuni ragazzi sanzionati perché sorpresi, a Catania, a fumare durante alcuni controlli della Polizia.

Il 13 settembre scorso in due istituti scolastici gli agenti sorpresero alcuni giovani a fumare spinelli. Ai ragazzi fu contestato l’articolo di legge che sanziona l’uso personale di sostanze stupefacenti e prevede, tra l’altro, la sospensione della patente e l’obbligo di frequentare corsi di recupero terapeutico. Il giorno successivo, 13 studenti che fumavano sigarette durante la ricreazione furono identificati dagli agenti, che sanzionarono nove di loro per divieto di fumo in luogo pubblico. Per i ragazzi anche la sospensione da 3 a 5 giorni da scuola, con obbligo di frequenza e, previo assenso dei genitori, con l’impiego in lavori socialmente utili in istituto.

«E’ assurdo – sottolinea l’Unione studenti Sicilia – che vengano utilizzati la polizia, il controllo degli studenti e l’esclusione come se fossero degli strumenti educativi, come se potessero essere utili a dare “sicurezza” agli studenti. Non si può privare la scuola del suo ruolo educativo e intrinsecamente pedagogico che poco ha a che vedere con bigottismo, censure e repressione: è impensabile che “educare” gli studenti significhi espellerli dalle scuole»COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA