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Da disoccupato a star del web, ecco la parabola di neomelodico nisseno

Di Lino Lacagnina |

CALTANISSETTA – Francesco D’Aleo, chi era costui? Fu il quesito che – rispolverando magari i ricordi scolastici e riprendendo la domanda che si pose Don Abbondio ne “I Promessi Sposi” per cercare di capire chi fosse il filosofo greco Carneade – si sono probabilmente posti molti nisseni quando un mese fa si cominciò a diffondere voce in città che il suddetto Francesco era un cantautore neomelodico nisseno di grande successo, seguitissimo su Youtube, e che il 20 settembre (data poi differita al 4 ottobre) si sarebbe esibito in corso Umberto con una previsione di pubblico di almeno 6.000 persone.

I numeri che accompagnano Francesco D’Aleo (il cui nome di battesimo è Filippo) sono incredibili, da “pop star”: sono stati 21 milioni i fan del cantautore nisseno che hanno scaricato il video di “Stasera verrai con me” cantata da Francesco assieme a Niko Pandetta; sono oltre 20 milioni le visualizzazioni su YouTube per la canzone “Bella bionda” interpretata in coppia con Daniele De Martino; sono già 2,5 milioni coloro che hanno scaricato il video di “Game over” pubblicato due mesi fa. E oltre a queste, sono tante altre le canzoni che Francesco D’Aleo proporrà ai nisseni la sera del 4 ottobre dal palco allestito in corso Umberto.

Ma come è potuto accadere tutto ciò, ad un giovane che sino a qualche anno fa faceva fatica a trovare lavoro («di qualunque tipo» precisa) per mantenere la propria famiglia? (Ha 29 anni, è sposato con Gessica ed ha una figlia di 12 anni, Kimberly). «Sin da bambino – ricorda – ho ascoltato le canzoni di Nino D’Angelo. Mi piacevano e provavo a imitarlo, ma non avrei mai immaginato di arrivare, un giorno, al punto in cui mi trovo. Debbo tutto a mio nonno e a mia madre. La mia è una famiglia umilissima, ma che mi è stata sempre vicina anche nei momenti difficili della mia adolescenza. Ero un ragazzo allo sbando e davo molti problemi a mia madre che, seppur giovanissima, non ha mai mollato. Aveva 14 anni quando mi partorì, i rapporti con mio padre si deteriorarono subito e lei si fece in quattro per farmi crescere bene, lavorando da mattina a sera. La scuola non faceva per me. Avevo 16 anni quando conobbi Gessica, un “angelo” che mi tolse dalla strada e mi rese padre di una bimba meravigliosa. È stata una emozione grandissima quando Kimberly portò le fedi nuziali a me e alla sua mamma che l’aspettavamo all’altare. La mia vita da quel momento ebbe un senso».

Francesco si dilettava a cantare, ma era timido, introverso, e si esibiva soltanto davanti agli amici. Il lavoro? Poco o niente. Fu ingaggiato per fare il muratore («10 euro per 10 ore di lavoro») in attesa della chiamata in un supermercato che però non arrivò mai. Per due anni lavorò in un’azienda di contrada Calderaro, ma poi arrivò il licenziamento per riduzione di personale. «Continuavo però – ricorda – a coltivare sempre la mia passione per la musica e per il genere neomelodico. Grazie a mio zio Antonio ottenni di potere incidere una canzone da me composta a Catania, nella casa di produzione Sea Musica. Sull’etichetta di quel disco misero, per errore il nome di Francesco e non di Filippo, e da quel momento sono diventato per tutti i miei fan Francesco D’Aleo. Scrivevo canzoni e le interpretavo e le offrivo anche ad altri cantanti. L’idea di ascoltare i miei brani cantati da altri mi rendeva orgoglioso. Finché non conobbi Franco Wolter che insieme a Salvo La Rosa, Mario Platania e Giuseppe Santonocito misero a mia disposizione tutta la loro professionalità».

Quest’anno il “boom”: 96 esibizioni in pochi mesi nel Meridione d’Italia ma anche a Torino, Milano, Roma, Napoli, Bari. Sul portale digitale “Spotify” Francesco ha una media mensile di 150 mila ascolti («Nino D’Angelo – ammette con malcelato orgoglio – ne ha 99 mila al mese»), piazze sempre piene ad ascoltare le sue canzoni. Grazie al web è diventato una “star”. Oltre alle feste di piazza, lo chiamano per esibirsi in serenate («ma non a Caltanissetta») e in occasione di battesimi, comunioni, matrimoni, compleanni. A Caltanissetta ha cantato già lo scorso anno nello spiazzo del parcheggio del quartiere San Francesco, ma ancora non era il big che è oggi.

Inevitabilmente in questo ultimo anno la sua vita è cambiata. «Vivo più serenamente – si affretta a puntualizzare – ma resto una persona umile, dedita alla famiglia, e continuo ad abitare in un casa popolare di Santa Petronilla. Non sarò mai sufficientemente grato a mia madre per i sacrifici fatti in gioventù e a mio nonno che è la mia ombra, il mio respiro, il pilastro della mia vita. Assieme a lui vorrei prendermi tante rivincite. Ma se non succederà, potremo almeno dire che ci abbiamo provato».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA