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L’ultima truffa agli anziani: «Dobbiamo misurare le polveri sottili»

Di Redazione |

«Ci manda l’Asl e dobbiamo misurare le polveri sottili nella vostra abitazione». Sarebbe questo, in base a un allarme lanciato da un cittadino sui social, il nuovo stratagemma utilizzato dai truffatori per entrare nelle vostre abitazioni e impadronirsi, con furbizia o con la forza, dei vostri beni. Specialmente se avete più di qualche capello bianco sulla testa.

Attenzione, non è l’unica scusa utilizzata da questi delinquenti. Ma va ad aggiungersi a quelle più note che vanno dal controllo dei documenti relativi al percepimento della pensione a quelli dell’assistenza a casa, fino a passare al controllo delle bollette non pagate o del citofono guasto.

In un passato anche recente abbiamo diffuso appelli delle forze dell’ordine e conseguenti vademecum. Ebbene, riteniamo opportuno ribadire quanto scritto pochi mesi addietro su input della squadra mobile e, in particolar modo, del dirigente Antonio Salvago, che ritenne opportuno avvisare soprattutto gli anziani della possibilità di imbattersi in tali avvoltoi.

«La truffa, oltre al danno economico che comporta – fu spiegato – rappresenta per gli anziani un vero e proprio motivo di caduta psicologica con ripercussioni serie sullo stile e sulla qualità di vita. Per questo spesso non viene denunciata per vergogna o timore che i familiari vengano avvertiti e considerino gli anziani non più capaci di gestirsi autonomamente».

Come comportarsi, a questo punto, quando un estraneo bussa alla vostra porta? «Non aprire a sconosciuti anche se dichiarano di essere dipendenti di aziende di pubblica utilità o di altri enti e se in uniforme e muniti di tesserini: in linea generale nessun ufficio o ente pubblico invia dipendenti a domicilio; in ogni caso i veri funzionari preannunciano le loro visite tramite telefonate e/o lettere. Ricordare che nessun dipendente di tali Enti può riscuotere o rimborsare al domicilio dei clienti importi per qualsiasi motivo».

In ogni caso, se quella presenza suscita qualche dubbio, «indipendentemente dall’esibizione di un tesserino o dal fatto che i soggetti vestano un’uniforme, telefonare all’Ente dal quale dicono di dipendere o, più semplicemente, chiamare il 112 e dire loro che aprirete la porta di casa solo dopo l’accertamento conseguente. Se si tratta di malintenzionati si allontaneranno. Non raccontare troppi particolari su di voi, la vostra famiglia e le vostre abitudini».

«Il truffatore può presentarsi – infine – sia da solo sia in coppia, può essere anche donna, non è una persona violenta; il più delle volte è ben vestito, abile nel parlare, apparentemente colto, usa modi cordiali ed offre socialità. Spesso racconta cose complicate usando termini di difficile comprensione allo scopo di confondere, può fingere di essere stato mandato da un conoscente, può presentarsi in tuta da lavoro o uniforme e mostrare un tesserino. Può, quindi, spacciarsi per un impiegato o impiegata dipendente da enti pubblici o di altro tipo: Comune, Inps, Poste, Enel, Asl, Publiacque, Servizi Sociali, Istituti bancari, Enti religiosi. Tenta di farsi consegnare denaro con scuse varie: riscossione di cartelle esattoriali e di bollette, controlli ai contatori o ad altri impianti, richieste di rimborsi, controlli della pensione sociale, controlli di banconote, raccolte di fondi, vendita di prodotti e pure risarcimenti per danni che sarebbero stati provocati da vostri parenti».

La polizia consiglia di «non lasciare soli gli anziani, anche se non si abita con loro: è opportuno farsi sentire spesso e interessarsi ai loro problemi quotidiani. Ricordare loro di adottare sempre tutte le cautele necessarie nei contatti con gli sconosciuti. Incoraggiarli, in caso di dubbio, a chiedere aiuto senza remore alla famiglia, ad un vicino di casa oppure al 112».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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