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E’ calato il sipario su Gilberto Idonea, la Sicilia perde un po’ della sua ironia

Di Alfredo Zermo |

CATANIA – «Ricordati che non esistono mai piccoli o grandi ruoli, ma esistono sempre piccoli attori o grandi attori». Così si era sentito dire sul set del film «La donna del treno» dal regista Carlo Lizzani tutte le volte che aveva sbuffato per le estenuanti riprese che lo tenevano impegnato nel piccolo ruolo di un commissario di polizia. E Gilberto Idonea, scomparso oggi dopo una lunga malattia all’età di 72 anni – stroncato alla fine da un infarto cardiaco – era sicuramente un grande attore come dimostra la sua carriera internazionale che lo ha visto interpretare una ricchissima galleria di personaggi come continuatore della più gloriosa arte scenica siciliana anche presso università americane e davanti a folte platee di tutto il mondo.

Ma Gilberto Idonea fece le sue prime esperienze sul palco del teatrino dei Salesiani, calcato da altri acclamati maestri delle scene italiane: una palestra di formazione umana e non solo di ricreazione. Qui è cominciata la sua carriera che lo ha portato sui palcoscenici di tutto il pianeta prima del fortunato approdo in tv. Oltre quarant’anni fa è stato il fondatore del Teatro delle Arti alla Civita – poi chiuso nel 1980 – dove sperimentò con successo il suo teatro popolare. Idonea era considerato l’erede del grande comico catanese Angelo Musco anche per la forte somiglianza fisica e mimica, e come Musco era legatissimo all’Opera dei Pupi portata in scena in quegli anni “Di omini paladini iu vi cantu”, lavoro ispirato dall’Opra dei pupi di don Angelo Grasso, padre di Giovanni, che sarebbe diventato poi un attore celebrato in tutto il mondo.

«La nostra città era la culla del teatro, ora non saprei – si rammaricava negli ultimi tempi Idonea -. Si inneggia alla cultura, ma poi si dimenticano artisti come Giovanni Grasso. All’Accademia Lee Strasberg di New York si studia il metodo Stanislavskj e il metodo Giovanni Grasso, definito l’attore tragico più grande del mondo». 

Idonea per decenni ha calcato i palcoscenici di tutto il mondo, in particolare in Europa e in Sud America, riscuotendo ovunque consensi con una propria compagnia, rappresentando i classici siciliani scritti da Luigi Pirandello, Nino Martoglio e Giovanni Verga. 

E uno dei suoi capolavori è stato “One Man Show”, che ha colto non solo grandi successi di pubblico ma anche lodi di accademici che hanno dedicato a questo lavori vere e proprie lectiones magistrales: è la storia della cultura siciliana nelle sue forze più sane (il Nobel Pirandello, Verga, Sciascia, Martoglio) e nelle sue energie più vive (come l’attore Giovanni Grasso e Angelo Musco) che seppero portare in Italia e nel mondo l’immagine di una cultura forte e sorridente, pronta all’ironia, ma costruttiva.

Gilberto Idonea ha fatto commuovere italiani e stranieri in innumerevoli tournées, ma ha anche conquistato la simpatia di milioni di telespettatori con i suoi film e le sue fiction. Nel piccolo schermo è stato tra i protagonisti di “La Piovra”, “Gente di mare”, “Il grande Torino”, “Il commissario Montalbano”, “Incantesimo” e  “L’onore e il rispetto” in cui è stato apprezzato dal pubblico  nel ruolo del cattivissimo procuratore Trapanese, corrotto e colluso con la mafia, che ostacola con mezzi illeciti il corso della giustizia. Sul grande schermo l’abbiamo visto in pregevoli film di Pupi Avati (“La cena per farli conoscere”, “La seconda notte di nozze”), Paolo Sorrentino (“Le conseguenze dell’amore”) e Carlo Lizzani (“La donna del treno”). Memorabile la sua interpretazione dell’avvocato caricaturale in “Malèna”, film bellissimo ma poco fortunato di Giuseppe Tornatore.

E anche se il suo grande amore era il teatro, ha saputo apprezzare tanto pure il successo televisivo. «Non immaginavo che per un ruolo marginale come quello del procuratore Trapanese la gente arrivasse a fermarmi in strada» ci disse in una intervista al nostro giornale.

All’inizio infatti erano stati soprattutto i siciliani all’estero a dargli grandi soddisfazioni, i teatri del mondo dall’Australia alle Americhe, le università americane che lo invitavano a seminari e convegni. Nell’ultimo decennio però Idonea si è preso la personale rivincita, insegnando la sua arte anche nelle università siciliane. «Bisogna correggere l’adagio per cui nessuno è profeta in patria: Bisogna dire Nessuno è profeta in patria per vent’anni: dopo, sì! » disse con una battuta di spirito in una intervista del 2012 alla vigilia di un simposio all’Università di Palermo sull’immaginario siciliano.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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